Qualcuno non farà vacanza, ad agosto. Fervono i restauri ed i lavori all'interno del Museo degli Artisti Viggiutesi, perché venga pronto in settembre, per la nuova inaugurazione. L'edificio non bello, in stile anni '50, all'interno tripartito, si trova accanto al Museo Butti e lo integra, proponendo sin dalla sua nascita i modelli in gesso degli scultori viggiutesi dell'Ottocento e del Novecento che si segnalarono con la loro opera.
Nel tempo, una parte della costruzione aveva ospitato il “Museo del picasass”, recentemente trasferito ad altra sede, e l'assortita gipsoteca non aveva goduto delle dovute attenzioni da parte dell'amministrazione comunale, che ha investito le poche risorse innanzitutto sul Museo Butti.
Quest'ultimo è stato tinteggiato a nuovo di un bel rosso, mostra un tetto nuovo e si presenta in uno stato più che dignitoso. Toccava quindi al “fratello” riqualificarsi, operazione in via di compimento. Siccome nel 2006 cadeva il centenario dalla nascita dello scultore Nando Conti, nativo di Viggiù e artista di vaglia, non tra i sommi del secolo ma esponente della solida tradizione scultorea lombarda fra le due guerre, l'ala sinistra del museo restaurato sarà dedicata ai suoi gessi, donati al paese in bel numero.
La storica dell'arte Marina Degl'Innocenti, già autrice di un bel volume sul Guerriero di Legnano di Enrico Butti, ha studiato la figura di Nando Conti per l'occasione, affidando il frutto delle sue ricerche a una pubblicazione che rende la giusta luce a uno scultore ingiustamente dimenticato, figlio degno della grande tradizione viggiutese.
A questa doverosa riscoperta, si aggiunge la rivelazione della scultura di un altro viggiutese del XX secolo, Giacomo Buzzi Reschini, la cui gipsoteca si trova esposta nel vano centrale del museo. I suoi gessi sono ricoperti da una patina verdastra che li ha resi goffi e piatti, pressoché illeggibili nei loro valori plastici e luministici.
Alcuni saggi di pulitura condotti dal Laboratorio ICSA di Bruno Giacomelli hanno restituito la patina originari ai gessi di Buzzi Reschini, con risultati sorprendenti, che ribaltano il giudizio sullo scultore. Attualmente, si sta “liberando dalla pastoia” l'opera più spettacolare, il San Giorgio a cavallo che uccide il Drago, primo passo di un intervento che dovrà riguardare tutti i gessi dell'artista, che non sarà Marino Marini, ma così è restituito a nuova vita.
Rimane aperta la domanda sull'artefice della verde patina, verosimilmente stesa diligentemente a fin di bene, per coprire le perdite di quella originale. La quale si può e si deve ripristinare.
Nella rimanente ala destra dell'edificio troveranno posto i modelli più notevoli degli altri scultori viggiutesi: i Bottinelli, gli Argenti, Gottardo Fraschetti ed Ettore Cedraschi, che seppero tenere alta la fama di Viggiù. Il rinnovato Museo degli Artisti Viggiutesi, anche nelle tinte reso più omogeneo al Museo Butti, riaprirà sabato 9 settembre, alle ore 20.45, con l'inaugurazione allietata da un concerto per oboe, violoncello e clavicembalo dei maestri Cortesi, Nicora e Soresina.