Roma – S'intitola "100 Presepi", ma sono molte di più le Natività nei più svariati materiali e dimensioni, selezionate da tutto il mondo e riunite a Roma, a Piazza del Popolo, per la trentunesima edizione di una delle più prestigiose manifestazioni legate alla promozione e diffusione della cultura del presepe.
Tra questi, figura il presepe a grandezza naturale di Mariano Pieroni , realizzato con ben 21 figure dei suoi tipici "plasticoni". Nelle Sale del Bramante, rusticamente foderate di mattoni, s'incontrano, accanto a più tradizionali proposte, le creature postmoderne di Pieroni, ricavate dagli involucri di plastica che quotidianamente, in abbondanza, scartiamo.
Certamente, si farà notare, questo "Presepe Ciclart", una prima volta esposto dall'artista a Gallarate, in Piazza della Libertà, nel periodo natalizio tra 2004 e 2005.
Mariano Pieroni, alle soglie dei settant'anni, ha una lunga frequentazione con il presepe, scena plastica per eccellenza che in sè tutto riassume, l'umano e il divino, il popolare e il sublime.
Da artista, si è avventurato a variare, in chiave drammatica e scenografica, la rappresentazione della Natività di Gesù, dalla porcellana e dalle dimensioni da tavolo giungendo a concepire e realizzare il teatro dei plasticoni, una Betlemme attuale, ingombrante, che profana e rinnova il presepe.
La ricerca poetica e provocatoria sui plasticoni, personaggi assemblati con la plastica di scarto, ha ottenuto, con il grandioso Presepe, un possibile riscatto etico ed estetico dallo spreco imperante nella nostra civiltà.
Pieroni è stato invitato a Roma per una collettiva di alto livello, che ha il pregio di accogliere una proposta come la sua, non propriamente aulica. Anzi di accatto e di strada, non lungi da quella che dovette essere la situazione storica della nascita carnale di Gesù.
Avremmo voluto vedere l'espressione del Cardinale Francesco Marchisano quando, accompagnato nelle sale dal Vicesindaco di Roma, Mariapia Garavaglia, ha incontrato le creature di Pieroni, allestite su una piattaforma rialzata che ne ha esaltato la poco rassicurante, trasparente, surreale presenza. Con qualche licenza anche iconografica, tra l'altro, al di là delle canoniche figure e posture, nelle teste munite di corni, per una esperienza di presepe contemporanea.
Se metti della plastica nelle mani di un toscano, tuttavia, ne trarrà forme coerenti, ne farà linguaggio, in qualche modo astratto. Mariano Pieroni, del presepe regista e autore, non fa eccezione. I suoi plasticoni, nell'omaggio straniato alla splendida e sempre feconda tradizione del presepe, umilemente interrogano, tra divertita ironia e civile passione, i millenari bronzi e marmi di Roma.