Sacro Monte – Molti fedeli non la riconoscono. Altri si sono rivolti ai sacerdoti manifestando stupore per la nuova statua lignea, nera, tronante sull'altare barocco della Basilica di Santa Maria del Monte. Altri vorrebbero che quella vecchia fosse rimessa al suo posto.
In realtà, la Madonna nera, il simulacro che da secoli è oggetto di culto da parte dei pellegrini è sempre la stessa. Quasi irriconoscibile nella sua "nudità", ma è lei.
Da circa un mese la statua lignea della Vergine con il bambino in grembo, appare così come probabilmente è stata realizzata, più o meno otto secoli fa. Seduta, la veste rossa, il manto azzurro, la tonica verde scuro del bambino. E le tre braccia del bambino.
La particolarità non è del tutto immediata, dalla prospettiva dei fedeli, ma la misteriosa "anomalia" è tornata a farsi visibile. In realtà non vi è niente di misterioso o di cifrato. Benché i varesini possano ricordarsi che un altro monumento sacro, lì a pochi metri, il Paolo VI di Floriano Bodini, è stato spesso fatto oggetto di letture e interpretazioni al limite; come l'attacco portato pochi anni dall'associazione Pro Fide catholica et caritate, scagliatasi contro la presunta ispirazione massonica della statua bronzea.
Niente di tutto questo per le tre braccia del piccolo Gesù, studiata nel tempo, – tra gli ultimi ad occuparsene Daniele Pescarmona della Soprintendenza di Brera che ha messo in relazione l'opera al Sacro Monte con altre Vergini lignee presenti a Como o nelle collezioni vaticane, e la studiosa Paola Viotto – ma che ancora, spiega Laura Marrazzi, conservatrice del limitrofo Museo Baroffio, "offre ancora molti ambiti di ricerca e di indagine".
Nessun mistero dunque; nessuna lettura dietrologica. "Solo un fatto pratico", conferma la Marrazzi. "Originariamente la statua doveva essere mostrata ai fedeli svestita e il bimbo aveva due braccia. E' solo nel corso del XVII, quando probabilmente venne coperta del manto prezioso, con tracce di oro e argento, come siamo abituati a vederla, che si è sentita l'esigenza di aggiungere il terzo braccio, visibilmente diverso, dagli altri due, più esile e applicato con una vite". Sotto il manto, in pratica, l'effetto sarebbe stato quello di vedere un bambino monco dell'arto.
Già negli anni scorsi il restauratore Piero Lotti aveva fotografato l'oggetto del mistero, in occasione della pulitura del manto prevista per l'arrivo al Monte di Papa Giovanni Paolo II. Le foto poi vennero pubblicate in occasione del giubileo. Una immagine della Vergine lignea nella sua nudità appare, peraltro, nell'ultimo numero della rivista associativa Amici del Sacro Monte.
Quanto ai fedeli, dovranno abituarsi per un po' alla nuova dimensione. Solo fra qualche tempo, presumibilmente, un nuovo manto, altrettanto prezioso e indorato, già commissionato ad una ditta di Turate, verrà ricollocato a coprire le due figure, tornando a celare l'anomalia del bimbo che con la mano destra benedice, quella originale sinistra tiene il Vangelo e con quella aggiunta permette l'esatto sviluppo piramidale dell'intero corpo scultoreo.
Nel frattempo, la preziosa e venerata icona è oggetto di tutte le possibili cure del caso: della Soprintendenza che è stata nelle scorse settimane in sopralluogo, nella persona di Isabella Marelli e dei tecnici specializzati in radiografie, in secondo luogo. Da Firenze è giunto recentemente un esperto con una sorta di laboratorio mobile e tutte le strumentazioni per eseguire in loco le verifiche radiografiche.
Si tratterà ora di studiare il da farsi, sia in termini di restauro che di "rivestizione". Problemi non secondari: "L'oggetto è delicato. Si tratta ad esempio di capire se la Madonna nasce "nera" o se lo è diventata successivamente. Se un eventuale pulitura possa correre il rischio di modificare l'incarnato, alterando la specificità dell'oggetto cultuale – continua Laura Marrazzi – così come decidere o meno se rivestirla".
I fedeli, in molti, apprezzano la bellezza intrinseca del manufatto originale, o quasi originale. Ma i conti bisogna farli anche con la riconoscibilità tradizionale. "E' una statua, ma è sopratutto un oggetto di devozione con specifiche caratteristiche. E' la Madonna nera del Sacro Monte, vestita. E' tale immagine devozionale deve essere preservata".
Una questione che tocca, come si vede, il parere autorevole degli uffici tecnici della Soprintendenza, ma anche e sopratutto il parere vincolante e definitivo della Diocesi e delle autorità ecclesiastiche.