Era il 2002, presidente della Provincia era ancora Massimo Ferrario, quando venne annunciato il via ai lavori di recupero delle cascine del Quiquio, il complesso che domina l'eremo di Santa Caterina del Sasso. A meno di cinque anni di distanza quella promessa è stata mantenuta.
Sono cambiati i volti e i nomi, non il colore politico della reggenza di Villa Recalcati. Marco Reguzzoni, l'assessore ai Beni Architettonici della Provincia Luca Marsico, accompagnati da Padre Comolli, Priore dell'Eremo, questa mattina hanno salutato la fine dei lavori che riconsegnano dopo decenni di degrado una parte integrante, storicamente integrante, dell'edificio ecclesiastico, alla loro funzionalità.
Le Cascine del Quiquio, non da subito, in primavera, quando saranno pronti gli arredi, ospiteranno un'area servizi destinata a pellegrini e turisti, un bar-ristoro, uno spazio commerciale per la vendita di prodotti tipici locali, un alloggio comprensivo di nove camere per l'alloggio degli ospiti. Per la ex ghiacciaia, il suggestivo edificio circolare, è prevista invece una finalità culturale di tipo espositivo.
Si chiude con oggi una quadruplice fase di recupero che ha visto impegnata Villa Recalcati: dal restauro conservativo degli edifici, alla realizzazione di un parcheggio per autobus e auto, alla costruzione di una strada di collegamento attraverso la corte delle cascine fino alla formazione di un'area verde attrezzata. Tutto come da progetto presentato anni fa. E in perfetto orario.
L'occasione odierna, particolarmente sentita da Marco Reguzzoni che detto di sentirsi orgoglioso di "aver contribuito, non solo al recupero, alla tutela e alla valorizzazione di un bene maestoso e frequentato da quasi 100 mila turisti ogni anno, ma di aver portato dopo secoli grazie alla tecnologia un progresso ulteriore alla sua fruizione da parte delle persone meno fortunate".
Già, perché i lavori a Santa Caterina non si chiudono con le cascine del Quiquio e con il rifacimento e il riconsolidamento della scalinata. Da domani si apre il nuovo cantiere che darà all'eremo il già promesso ascensore. Un'opera già approvata dalla Sovrintendenza ai beni artistici di Milano e che condurrà attraverso un tubo di scorrimento di 53 metri scavato nella roccia, e una galleria orizzontale di 44 giungerà sino alla zona degli orti annesso all'eremo stesso.
Tali opere verranno realizzate solo dopo i necessari interventi di consolidamento della parete rocciosa dove verrà effettuato lo scavo del pozzo dell'ascensore, le cui fasi saranno monitorate mediante apparecchi specifici per rilevare possibili ed eventuali vibrazioni per evitare danni agli edifici esistenti. Non si è parlato di tempi. I costi dell'operazione di aggirano sui 2 milioni 780mila euro e i lavori verranno eseguiti dalla ditta I.CO.P di Udine.