"Sono sorpreso di trovare un pubblico così numeroso attento ed educato": comincia così il piccolo omaggio che Emilio Isgrò ha voluto regalare a Lela Pupillo, all'inaugurazione della sua personale L'altrove sconosciuto, venerdì 17 febbraio nello Spazio Arte messo a disposizione per iniziative culturali da Aurora Assicurazioni.
Una serata tutta all'insegna della sicilianità. Siracusana la Pupillo; nativo di Barcellona di Sicilia, Isgrò, poeta visivo, pittore, dramamturgo e scrittore. Siciliano, agrigentino, anche l'altro ospite illustre della serata, Matteo Collura, anch'egli scrittore e collaboratore del Corriere della Sera, celebre per i suoi lavori dedicati alla vita e alle opere di Leonardo Sciascia.
Entrambi, Isgrò e Collura, da anni residenti a Milano, ma invogliati ad esserci per capire da vicino il fascino della pittura di Lela Pupillo, stanata con lungimiranza da Elena Brusa Pasqué, realizzata appositamente per questa occasione. Non semplicemente una affissione di lavori già pronti, ma una vero e proprio concepimento nuovo, nato a due passi dal porto di Siracusa, piccole pagine di tela, trattate con ampie campiture di acrilico. Trasportate, quindi a Varese, non senza il supporto di un critico quale Pino di Silvestro che ne ha fatto un toccante ritratto nel piccolo catalogo in mostra.
"La ringrazio per le opere memorabili che ci ha fatto vedere questa sera – ha continuato Isgrò rivolgendosi a Lela. "Anche in uno spazio come questo, non votato all'arte, occorre sempre ricordare non quanto costi un'artista ma quanto valga". E poi un ammonimento: "A Lela mi sento di rivolgere una esortazione. Che mantenga la serietà e l'impegno nella sua pittura, di tener testa al pubblico e alle sue esigenze, di andare dritta per la sua strada, come quando il pubblico non c'era".
Lela Pupillo, donna minuta e timida ha ringraziato, ricevendo in dono una copia di un volume di immagini su Varese realizzato dal compianto Franco Pontiggia. Elena Brusa Pasquè d'altro canto ha ricevuto i complimenti della casa e la garanzia di una collaborazione ancora lunga in nome della cultura portata spesso in punta di piedi ma con piccole sorprese destinate a rimanere impresse.