Dai bambini della scuola dell'infanzia alle categorie apparentemente più disagiate nella fruizione dell'opera d'arte, gli ipovedenti. Continua al Castello di Masnago un percorso di intelligente educazione alla visione del manufatto artistico, al di là della consueta destinazione ad un pubblico tradizionale.
Una serie di coincidenze: il maestro Bozzolo è afflitto da qualche anno da problemi alla vista; un impedimento non irrisorio per chi pratica l'arte dello scultore. Da qui una sensibilità e un'attenzione tutta particolare ai problemi di persone che vivono la medesima situazione, la volontà di mettere la propria scultura, il suo valore tattile e sensoriale a loro disposizione.
Concordando un particolare percorso di una decina di opere tra quante esposte in mostra al Castello, con la responsabile delle attività didattiche, Massimiliana Brianza, si è giunti a mettere in pratica questo nuovo capitolo dell'attenzione dei Musei Civici varesini verso il significato sociale della cultura, attivando la Sezione Provinciale Ciechi e Ipovedenti di Varese, guidati dalla professoressa Angela Mazzetti e Francesca Barri, stagista dell'Università Cattolica del Sacro Cuore con un master in servizi educativi museali.
Come già nelle scorse settimane è stato fatto sentire ai bambini di tre, quattro, cinque anni, la presenza fisica delle opere scultoree, anche ai 40 ipovedenti in visita ipovedenti, le sei volontarie del servizio civile operanti al Castello di Masnago hanno permesso di esplorare, secondo le modalità più congeniali, le opere scelte. Toccarle, accarezzarle. Hanno fatto loro assumere le medesime posizione delle sculture, hanno dato loro la possibilità di raccontare le sensazioni provate.
E' la prima volta che una simile esperienza accade, almeno nei Civici Musei varesini. "E' un piacere ed un onore, per noi, – ha commenta il direttore Alberto Pedroli – aver potuto fornire a questo pubblico l'opportunità di un incontro effettivo con l'arte. Ma riteniamo che il principale ringraziamento vada al Maestro, che solidale con l'Associazione e consapevole dei vincoli conservativi a cui è sottoposto il materiale museale, ha permesso di toccare le sue opere". Il successo dell'iniziativa è stato tale che il gruppo di ipovedenti ha voluto continuare la visita facendosi dettagliatamente spiegare gli affreschi quattrocenteschi del Castello e il resto della collezione permanente.
E per chi non ha potuto presenziare è già prevista una replica, guidata dalla stessa Francesca Barri, per sabato 26 maggio alle ore 16.