Cautele preelettorali – La questione è rimasta sottotraccia per un qualche tempo. Complici anche le elezioni. Altri argomenti erano sul tappeto nel dibattito elettorale. Ma forse un segnale che l'argomento Gam avrebbe presentato insidie e tranelli scivolosi che non si volevano del tutto regalare alla polemica di prima del voto. Da qui le cautele, i silenzi, la scomparsa dal dibattito.
Visitatori illustri – Eppure i lavori vanno avanti, i tempi di consegna, nel quadro dei ritardi già definiti, paiono confermati per la primavera prossima, l'iter amministrativo in vista della costituenda fondazione è ai nastri di partenza, gli appalti sembra pure, gli incontri eccellenti, all'ombra della grande vela in via De Magri, si susseguono in cerca di conferme. Due nomi su tutti, Vittorio Sgarbi e Philippe Daverio, ad oggi i maggiori indiziati a far parte di quel possibile comitato scientifico-mediatico che dovrebbe far da volano al futuro museo, in una partita che è tuttavia ancora tutta da giocare.
Gli attori – I cui partecipanti, semplificando ma non troppo, sembrano essere da una parte il sindaco Nicola Mucci, supportato dal presidente della Commissione Cultura Alessandro Petrone e dal direttore del Settimanale Angelo Crespi, dall'altra l'attuale staff della Gam e in una sorta di ruolo di mediatore l'attuale assessore Raimondo Fassa, sicuramente favorevole ad un disegno di respiro più ampio per il futuro polo museale gallaratese, ma di cui non può non passare inosservata l'assenza durante gli inconti tra il primo cittadino e i due glamour storici dell'arte.
Quattro motori – Di Fassa però è invece la mozione del realismo, che porta per altri passi istituzionali ai vertici regionali, nella persona dell'assessore alla cultura Massimo Zanello, cui il rappresentante Udc ha "regalato" l'idea di ragionare di Gallarate come di un futuro polo darte contemporanea in stretta collaborazione con altre gallerie degli altri motori d'Europa, Catalunya, Rhône-Alpes e Baden-Württemberg. Una via, già in passato percorsa da altri organizzatori in campo artistico, in grado certamente di abbassare i costi di gestione aumentando al contempo il livello qualitativo, mondano, internazionale delle proposte per il nuovo museo, accrescendone ulteriormente la presentabilità istituzionale sul mercato europeo.
Certezze – Work in progress, comunque. Ma dal sindaco Mucci, oltre alle cautele arrivano anche squarci di certezze. "Nel breve dovranno essere prese decisioni di merito definitive". E oltre alle questioni legate agli appalti degli arredi interni e all'impianto luci della nuova struttura ormai giunte alle strette finali, si è vicini ormai alla soluzione burocratica del discorso fondazione: "E' pronta una bozza di statuto, che trarrà beneficio dal bilancio comunale e dall'aiuto dei privati: una fondazione che avrà una specifica figura di presidente, il cui iter di approvazione mi auguro possa iniziare già con giugno, sicuramente entro l'estate, naturalmente previa la disponibilità necessaria dei privati che dovranno essere coinvolti".
Nomi importanti – Nella fondazione troveranno spazio, accanto al presidente, probabilmente altre cinque 5 figure, di cui almeno due dovrebbero poter essere main sponsor. Questo lo schema orientativo. Confermato dovrebbe essere anche il numero dei membri del futuro comitato scientifico, già a suo tempo previsto dall'assessore Fassa, snello e non pletorico. Tre dovrebbero essere le figure inserite nel drappello: una più stanziale, di raccordo con la città, due più mediatiche e di conclamata evidenza e riconoscibilità. Un'identikit che porta immediatamente proprio a Sgarbi e a Daverio. Altre voci portano a nomi diversi che potrebbero essere consultati. Uno di questi potrebbe essere Flaminio Gualdoni, già direttore dei Musei di Modena e Varese, ai tempi della giunta Fassa, collaboratore del Corriere della Sera e del Giornale dell'Arte, già presidente di Fmr e della Fondazione Arnaldo Pomodoro. Si vedrà.
Conferme e prudenze – Il sindaco non perde la prudenza e chiosa. "L'invito a personaggi di spessore è importante per acquisire un parere autorevole: per capire se la direzione che stiamo per prendere possa essere quella giusta, sia per quanto riguarda la struttura sia per il nostro orientamento gestionale. L'interesse ad un nostro coinvolgimento di simili figure c'è, ma adesso come adesso è assolutamente prematuro parlarne. Di una loro possibile condivisione del progetto dobbiamo ancora riparlarne, ridiscuterne, va tutto approfondito. Non mi sento di spendere nessun nome al momento, né il loro, nè quello di nessun altro, non prima di aver avuto conferme, almeno per correttezza".
Idee sul tavolo – Dall'ex assessore alla cultura della giunta Formentini e dall'attuale assessore di Letizia Moratti, sono tuttavia già arrivate idee, ben in evidenza sui tavoli dell'amministrazione e da lì si comincia a lavorare: idee di mostre, anche, e di loro curatele, prima ancora che diretto coinvolgimento nel comitato scientifico, nell'idea che questi siano i nomi che possano sostenere il marketing vincente non solo del nuovo museo ma della città stessa a livello nazionale e internazionale. Proposte sulle quali, naturalmente, vige il più stretto riserbo.
Lo staff attuale – In tutto questo lavorio, ci si continua a chiedere che ruolo potrà avere l'attuale dirigenza e l'attuale staff che ha sin qui condotto non tra pochi disagi e difficoltà la Civica Galleria: una dirigenza che appare di giorno in giorno un poco più appannata e destinata verosimilmente ad un ruolo di mero organizzatore: "Non è così – ribatte il sindaco -, però la direzione attuale farà parte di una realtà che sarà dieci volte più complessa di quella attuale. Una realtà che potrà stare in piedi solo con forti sinergie. Io ho apprezzato molto il lavoro fatto sin qui dalla Galleria. E' stato fatto il meglio di quello che con le scarse risorse a disposizione si poteva fare".
Un nuovo progetto – Nessun rischio di esautorazioni, ma certo, un cambio di rotta sembra inevitabile. Il famoso schema d'attacco, anch'esso lanciato a febbraio da Fassa: "problematiche d'arte contemporanea e affondi": mostre più di ricerca le prime, da grandi numeri le seconde. "Tuttavia – ribadisce Mucci per ulteriore chiarezza – non credo che il progetto culturale sin qui perseguito dalla Galleria possa essere trasferito tour cour nella futura realtà. Credo piuttosto che debba essere calibrato un progetto nuovo, diverso, verso il contemporaneo ma anche verso il moderno, esaltando alcuni punti già forti come la didattica e l'educazione alla visione dell'arte contemporanea senza preconcetti e perché no, alla fotografia".
Nuovo corso – Qualcosa è cambiato, sta cambiando e cambierà inevitabilmente a Gallarate. Nessuno vuole rischiare di rimanere con il cerino in mano, nessuno vuole essere accusato di non aver usato tutte le carte da giocare. Il chiodo fisso è la spendibilità massima del nuovo progetto, la sua fruibilità più estesa.
Avviso ai naviganti: la definizione di arte escrementizia è stata una provocazione per aprire il dibattito, ma il nuovo corso è già cominciato.