Nuove atmosfere – E' un Giancarlo Ossola uguale ma diverso quello che viene presentato nella robusta personale allestita da sabato al Museo Civico Parisi Valle. Il pittore degli interni di fabbrica, degli studi d'artista solitari, delle stanze disabitate, che torna sui temi cari, ma con una luce nuova, atmosfere meno raggelate, nuovi e più alleggeriti intendimenti d'animo.
Lacustre – E' la lettura critica ne dà il curatore, il direttore artistico del museo, Claudio Rizzi, che continua con Ossola la ricognizione di significative figure della pittura lombarda del dopoguerra: lombarda e, nel caso, anche appartatamente varesina, trascorrendo spesso lunghi periodi l'artista nella sua casa-atelier di Mesenzana, sul lago Maggiore.
Novità e continuità – "Sono una quarantina di opere – anticipa Rizzi – tutte le realizzate tra il 2000 e il 2007, un vero e proprio capitolo nuovo della produzione dell'artista, per quanto legato con un filo di stretta continuità con il lavoro precedente. La continuità è nelle tematiche, nella contemplazione degli spazi chiusi, usati, gli atelier, le stanze appunto, ma qui toccate e rivestite da uno spirito inedito, da una luce diversa, da maggiore solarità".
Dalle fabbriche agli atelier – Da anni Ossola va raffigurando la realtà e alcuni gangli di forte simbologia del disagio della realtà stessa; per alcuni versi declinante, raggelata negli interni di fabbriche dismesse. Ma le sue stesse origini di pittore di figura al limite dell'informale, all'inizio dei Sessanta, richiamano rimandi esistenziali che non è sbagliato definire di cupa tristezza. E' lavorando alla splendida serie degli Atelier degli artisti, omaggio ai suoi padri putativi, Giacometti, Bacon, Soutine, per arrivare fino al lontano Magnasco, nel corso dello decennio trascorso, che il pittore ritrova negli studi caotici, ma attraversati da fervide energie umane il senso e il segno di una presenza, forse umana.
Vittorio Sereni – Quella presenza che rimane sottesa, evasa e non detta, "quasi che qualcosa di persone appena partite fosse rimasto nell'aria", disse una volta della sua pittura Vittorio Sereni, che adesso però colora appunto di una tonalità nuova questi ultimi lavori, li rasserena, frutto forse anche di una serenità e di una tranquillità d'animo che il settantenne pittore potrebbe aver raggiunto.
Polemica – A lui, molta della pittura figurativa delle generazioni più giovani deve qualcosa: "Credo che non siamo più nel tempo delle classificazioni – sottolinea ancora Rizzi – ognuno deve essere preso per la sua singola poetica, ma è evidente che molti, da Alessandro Papetti in giù, hanno guardato ad Ossola, anche se poi non lo hanno ammesso o riconosciuto pubblicamente".
Stefano Crespi – Ossola, guarda e passa. Non si cura molto, pare, di queste ed eventuali paternità disconosciute, parendogli più dignitoso coltivarsi le proprie di riconoscenze verso i maestri. E come maestro viene annoverato da un vibrante testo in catalogo di Stefano Crespi, un altro che riconosce volentieri l'utilità degli alberi genealogici nella storia personale e professionale degli artisti.
Gentleman – Per il museo di Maccagno dopo l'ottimo riscontro avuto da Trento Longaretti, "era inevitabile – chiosa il direttore – è un grande figurativo, lirico, elegiaco, ultranovantenne", ci si dovrebbe attendere un interesse altrettanto significativo, per un altro capofila della figurazione, un discreto e riservato protagonista, gentiluomo nella sua città, gentleman nella sua campagna varesina.
Giancarlo Ossola – Opere dal 2000 al 2007
Civico Museo Parisi
Valle via Leopoldo Giampaolo 1
3 giugno – 15 luglio 2007
orari: da giovedì alla domenica 10.00 – 12.00 / 15.00 – 19.00
ingresso: € 2.60, ridotto € 1.60
Inaugurazione sabato 2 giugno 2007 ore 17.30
A cura di Claudio Rizzi
Info: 0332/561202
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