Cento quadri – Più di cento quadri, una storia che affonda le proprie radici nel secolo dei Lumi e finisce non più di tre, quattro decenni fa. In mezzo si dipana, con un apice di grande tensione anche e sopratutto umanitaria, la storia di Busto Arsizio, della sua forza produttiva, delle sue eminenze industriali che sono rimaste tali nella memoria anche per meriti di beneficenza.
Il catalogo – La Quadreria dell'Ospedale San Giuseppe di Busto, rimessa in ordine, studiata, catalogata e finalmente accessibile al pubblico è tra i frutti di questa storia che il professor Giuseppe Pacciarotti, indagatore e fine conoscitore dell'arte lombarda, tanto più delle vicende bustocche, ha redatto in vista della pubblicazione di un catalogo "Un volto, una storia – La Quadreria dei benefattori dell'Ospedale di Busto Arsizio" presentato ai Molini Marzoli Massari alla presenza del direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Pietro Zoia, del sindaco Gigi Farioli, del professor Giuseppe Armocida. Un volume edito da Grafica Olona, in 1000 copie numerate, grazie alla generosità di uno sponsor che ha scelto l'anonimato; una edizione preziosa, per un prezioso capitolo di storia locale.
Autorappresentazione della borghesia – "Si tratta di 108 opere, non tutte naturalmente eccezionali dal punto di vista della storia dell'arte – ammette il curatore del volume e dell'intero studio – pur trovandovi luogo un Molteni, un autoritratto di Biagio Bellotti, ad esempio, e altre opere di ottima fattura, come il capostipite della raccolta: il Ritratto di Benedetto Landriani, scomparso nel 1713, che anni fa già attribui con qualche margine di dubbio a Salvatore Bianchi da Velate. Si tratta per lo più di pittori locali, cui la borghesia bustocca commissionava ritratti di parenti defunti, eseguiti molto spesso su fotografia. Opere che mancano quindi di quelle particolari vivacità che contraddistinguono il ritratto dal vivo".
Produzione e mecenatismo – Se il valore non è tanto o non solo artistico, risiede altrove; nelle pieghe della testimonianza culturale, della fotografia dell'autorappresentazione, piena di decoro, gusto, compiacimento senza eccessiva ostentazione, piuttosto con sicurezza di sé e del proprio luogo sociale, dei protagonisti di un'epoca. Già alcuni fa molte di queste opere erano state esposte nella mostra al Castello di Masnago di Varese "Accoppiamenti giudiziosi", curata da Sergio Rebora e Anna Bernardini che intendeva mettere in luce figure rappresentative del territorio lombardo e il rapporto tra borghesia produttiva e mecenatismo.
Cavalieri del lavoro – "La quadreria – continua Pacciarotti – è una sorta di documentazione iconografica della storia industriale di Busto Arsizio, sopratutto dai primi decenni dell'800 fino a metà del secolo scorso. Documenta nel dettaglio, le imprese, le famiglie, i singoli benefattori, le singole ricchezze che hanno operato per il territorio, i Candiani, i Pozzi, i Bellotti,i Tosi, i Crespi. Quando Busto contava qualcosa e i numerosi Cavalieri del Lavoro erano un vanto della città. Ora non ce n'è neanche uno".
Opera di sensibilizzazione – Come tutte le cose, soggette al declino, anche la quadreria ha vissuto negli anni i suoi momenti di abbandono, di lento degrado, dovuto allo spostamento delle opere, spesso parcheggiate in luoghi non idonei alla loro conservazione. Lo studio attuale si prefigge di arrestare il degrado, sensibilizzando al recupero di tele e cornici; un lavoro in minima parte già cominciato appunto in occasione della mostra varesina.
Nomi e virtù dimenticate – Ma serve, il lavoro di catalogazione, anche dal punto di vista storico a riacquisire famigliarità con i nomi e le azioni di personaggi ben presto obliati. "Si è trattato – continua Paciarotti – spesso di ricostruire le biografie di alcune figure storiche di cui si era persa la memoria, un altro capitolo doveroso che è andato ad aggiungersi alla ricostruzione della intera vicenda dell'ospedale di Busto ricostruita a cominciare del 2005 quando vi fu una mostra intitolata Sul filo della memoria, per i 90 anni dell'ospedale".
Esposti per tutti – Solitamente esposta in occasione della festa del Santo Patrono della struttura, San Giuseppe, l'intera quadreria sarà adesso visitabile in maniera più rigorosa negli uffici amministrativi dell'ospedale. Una sorta di vernissage sarà organizzato domenica 24 giugno, in occasione della festa di San Giovanni patrono della città, dalle 9 alle 14. Ma tutti i giorni, per gli appassionati almeno negli spazi comuni la collezioni sarà pressoché totalmente fruibile.