I motivi dell'opera – La 52˚ Biennale si apre con un titolo piuttosto insulso che suona come claim pubblicitario di scarpe sportive…"pensa con i sensi-senti con la mente"
Se il significato di questo motivetto allude ad un'ormai anacronistica separazione tra un'arte puramente concettuale e un'arte "sensoriale", basata sulla percezione e sul coinvolgimento emotivo del fruitore, allora è indubbio che l'installazione Camera 312-promemoria per Pierre partecipa coerentemente alla Biennale di Robert Storr, pur essendo inserita negli eventi collaterali.
Il lavoro – Si tratta della ricostruzione a Venezia della camera 312 dell'hotel Manzoni di Milano dove soggiornò per trent' anni Pierre Restany, elaborando teorie e scrivendo saggi su un'arte che riflette la realtà intesa come continuo divenire, un'arte totale, fluida e indeterminata come la vita, caratterizzata da libertà espressiva e interdisciplinarietà.
L'installazione, ideata da Ruggero Maggi, è realizzata da una molteplicità di artisti tra cui lo stesso Maggi e consente di cogliere i diversi contributi artistici oltre che la visione integrale del progetto.
Percezione sinestetica – Gli arredi originali della Camera 312 sono ambientati a Venezia tra pareti completamente rivestite di post-it, che avvolgono così interamente lo spazio, i percorsi, le superfici. Attraverso i più diffusi pro-memoria di uso quotidiano ogni artista (con circa 200 post-it) rende omaggio e ricorda Pierre Restany, ma chiede anche di essere ricordato, annotando la sua ricerca.
Le foto dell'installazione non rendono giustizia alla percezione inebriante e sinestetica che si ha entrando in questo ready-made di camera d'albergo: come accade all'interno delle architetture bizantine rivestite di mosaici anche qui il disegno e la definizione dei muri, degli spigoli e delle masse si frammenta, si sfuma, si fonde e si con-fonde tra le migliaia di foglietti gialli e variamente colorati, tagliati e modificati dagli artisti, la luminosità è ora diffusa ora improvvisa e abbagliante, assolutamente veneziana, il percorso tra queste pareti diviene instabile, disorientante nonostante l'esiguità dello spazio: troppo colore, troppa luce, troppe immagini, scritte, ricordi, oggetti d'affezione….
Presenza-assenza straordinaria – La Camera 312 non riporta Restany a Venezia soltanto grazie ai suoi mobili originali e al ritratto evanescente che prende forma grazie ai famigerati post-it: la straordinaria presenza-assenza del grande critico e pensatore è data proprio dalla vitalità, fluidità e dalla carica emotiva dei foglietti gialli, che sfidando l'usuale immobilità degli oggetti divengono veicolo artistico, confermando la validità delle teorie del fondatore del Nouveau Réalisme.