Schopenauer – Cita Schopenuaer, Rino Destino, di professione agente immobiliare ma pittore e cercatore per vocazione. "Le opere sono rappresentazioni, ci consentono forse di andare oltre l'esistente. Siamo essere razionali ma con la razionalità non si arriva a comprendere tutto". Non la fede, non solo la fede, ma l'arte sopratutto è il viatico e il veicolo per esplorare ambiti insondabili e inspiegabili.
Dallo Sferismo in poi – Da giorni sui muri compare un manifesto che annuncia la sua prossima mostra, nello spazio espositivo riservatogli da Villla Cagnola: "Rino Destino, 2007", semplicente. Due figure, due sorte di manichini, compressi l'uno sull'altro. E' l'ultimi approdo nel recupero di una ritrovata aderenza alle sembianze, a distanza di due anni dalle ultime sue apparizioni, al Chiostro di Voltorre e alla Badia di Ganna, occasioni nelle quali presentò la recente produzione e una sorta di manifesto programmatico: lo sferismo.
Stato di grazia – L'ultima sua "discesa in campo" è frutto dello sviluppo delle idee che circolano nella sua pittura da anni. "Un ragionamento continuo sulla luce, la necessità di dare spazio, importanza, alla dimensione luminosa, che potrebbe anche essere religiosa, per non finire davanti ad un muro inerte". Nell'opera scelta per l'invito e per il manifesto, Destino riconoscere di aver toccato qualcosa di simile allo stato di grazia: "Mi capita raramente, ma a volte succede. Quando senti che la materia pittorica ha finito il suo corso, mi sento una sensazione di empatia, l'attimo in cui ti fermi ed senti di essere arrivato. Il più delle volte, invece si ha la percezione della sospensione, dell'attesa di qualcosa che non accade".
I vecchi 'direttori d'orchestra' – Dal tema della circolarità, Destino torna alle figure. Da cui in fondo era partito e che ha toccato fortunate stagioni con il ciclo dei 'direttore d'orchestra' e che lo ha accompagnato per lunghi tratti nella sua attività grafica. Già i 'direttori' erano creatura eteree, impregnate di venti e svuotati di sostanza carnale, nel cui mondo però come creature di affreschi gotici, baluginava l'elemento luminoso.
Modelli classici – Nella nuova stagione, il pittore prende ispirazione dai fregi classici, da cui isola il nudo, più un kouros che un nudo fidiaco: "Sono figure collocate al centro di un movimento ugualmente circolare – continua l'autore – dentro uno spazio pittorico compresso, vorrei dare il senso di un movimento che esplode, nel quale però la superficie pittorica ritorna al bianco, come luce, come energia, del sole, del pensiero, della meditazione". Le figure classiche, doveroso rimarcarlo, nulla hanno di umano. Appaiono più marionette, disarticolate, prese in vortice irrazionale, dove però la sigla, la pennellata circolare, che apre al vortice luminoso, la sua vera cifra, appare come costante.
Sant'Agostino – In bilico tra materialità e spiritualità dunque anche gli ultimi lavori di Rino Destino, si pongono il complesso obiettivo di dire molto di più di un semplice racconto visivo. "Sono riflessioni dovute anche alla lettura di Sant'Agostino. Lo considero un traghettatore, la società deve per forza passare da lui". Non è cattolico, ammette, ma neanche un non cattolico. "Sento il percorso di fede, intuisco il cammino di ricerca, cerco di avvicinare il mistero".
Rino Destino. 2007
Villa Cagnola
7 luglio – 14 luglio
orari: feriali 17-19: sabato 10.30-12.30/16.30-22.30; domenica 16-19
Info: www.villacagnola.it