F. Buzio Negri con Valentina ZollaF. Buzio Negri con Valentina Zolla

Dove sta andando l'arte contemporanea? – Ha inaugurato giovedì la mostra allo Spazio Lattuada che ha visto protagonisti quattro personalità artistiche del nostro tempo. L'evento è stato curato dalla critica d'arte Fabrizia Buzio Negri e dalla giovane Valentina Zolla. La stessa critica in apertura di presentazione pone la domanda: dove va l'arte contemporanea? "Possiamo cogliere dei segnali a riguardo anche in questa mostra perché come altri eventi dedicati al contemporaneo, sono dei segnali da aggiungere come un mosaico per capire dove essa sta andando", spiega la critica e continua dicendo "l'arte  sta andando in una pluralità dialettica che qui è ben rappresentata. Quattro artisti, quattro ricerche diverse, quattro emozioni coloristiche o non coloristiche, ma in ogni caso un'energia espressiva molto forte che si innesta nella materia". Continua la presentazione dicendo, "la tecnica e la materia sono i momenti più importanti dell'arte contemporanea; in quanto superate le crisi di rappresentatività che ci sono state nel XX secolo, la rappresentatività può essere ripresa o meno, come la mimesi, ma fondamentale è sempre la presenza di un materiale, di una materialità importante; può essere la tecnica a olio, possono essere come in Milani le schiume poliuretane, nel caso di Stefano Calderara il foglio di acetato".Personalità, singolarità – Passando agli artisti, si parte da Vanni Bellea che espone opere di due differenti periodi, riconducibili agli anni 2002 e 2007. Dalle parole del critico d'arte: "Vanni Bellea presenta delle opere che agitano una febbrile tensione di colore, creano una dissoluzione linguistica particolare che mi ricordano una vetrata che si rompe; in questa frantumazione c'è una sorte di implosione-esplosione". E' la seconda esposizione milanese per questo artista che ha esordito in questa città due anni fa.

Presentazione degli artistiPresentazione degli artisti

Una voce varesina- "Un artista che riesce sempre a sorprendermi", confessa Fabrizia Buzio Negri. Luca Ghielmi, artista e proprietario di un'atelier a Varese, ha portato a questa mostra le sue ultime realizzazioni, che denotano un deciso cambiamento rispetto alle iniziali opere paesaggistiche coloratissime. Dal colore al non-colore, definito "quasi cinematografico", dal pensiero di Fabrizia. "Si ritrovano nelle sue creazioni, pezzi presi da e nel quotidiano", spiega quest'ultima. "E' esposta una serie dedicata al jazz, la mia recente passione", dice Luca Ghielmi. "L'idea iniziale non era di assemblare tutti i pezzi in un collage, ma vista l'occasione della mostra mi è sembrato interessante provare", spiega l'autore in merito alla sua opera di grandi dimensioni che occupano la parete di fonde dello spazio espositivo. "Il passaggio dal colore al non-colore è stato legato più che altro ad una motivazione tecnica: per diversi motivi, lo spazio fisico che avevo a disposizione era sempre meno; decisi allora di provare il bianco e nero, dove i colori usati sono solo due, si può lavorare anche su piccole superfici perché anche in questo caso il bianco e nero ti da soddisfazione". E conclude: "ora mi diverto molto di più; si è anche aperto uno scenario più ampio, jazz, interni, paesaggi…"

Ponte d'arte – Non aveva mai esposto a Milano, Fabio Milani, è tra le nuove scoperte di Fabrizia Buzio Negri, che in merito dice: "In lui mi è piaciuto il discorso della materia; è un ricercatore su materie particolari come il progetto ‘Styrenics' che ha portato avanti per un po' d'anni". Osservandole creazioni il discorso continua: "La prima opera, materica, ricorda il discorso della tribalità pollokiana, un dripping meditato. Con il tempo è poi arrivato a opere come i due trittici in cui c'è un alleggerimento del colore, una ricerca del positivo-negativo, ma soprattutto ci sono queste orme che parlano del suo tempo interiore, un tempo che non ha più questo stress di ‘Styrenics', ma una ricerca più interiore, più vissuta". Attraverso le sue parole conosciamo l'artista: "è la prima volta che espongo a Milano, e ho accettato l'invito perché la ritengo una piazza davvero interessante". In merito ai suoi pezzi dice: "le opere che ho scelto di portare rappresentano l'evoluzione del mio percorso artistico dal 2000 ad oggi. E' qui evidente il passaggio dalla materia alla non-materia, dal colore al non-colore". Fabio Milani ha per un lungo periodo messo in secondo piano l'arte per dare spazio alla musica, mondo per lui molto stimolante dal punto di vista creativo. "Ho accantonato un po' la pittura, ma ho ripreso il discorso pittorico alla fine degli anni '90; ho deciso da poco però di renderlo pubblico. Per me l'arte, dalla musica alla pittura sono sempre state e lo sono, valvole di sfogo".

Rosa, Stefano CalderaraRosa, Stefano Calderara

Genesi nella trasparenza – E' il giovane artista varesino, "l'artista figlio del nostro tempo", per usare un'espressione della critica d'arte che l'ha voluto in mostra come personalità esordiente. A qualche esposizione in realtà, Stefano Calderara, ha già partecipato, nonostante abbia finito da poco l'Accademia di Belle Arti di Brera. "Nonostante gli studi appena terminati", spiega la critica, "l'artista non si presenta qui con lavori classici, accademici, a cui ha rinunciato, per dedicarsi ad una tecnica molto sapiente". I lavori del giovane artista presenti in mostra seguono un filone creativo scelto da tempo; in merito l'autore dice: "le opere esposte rappresentano tutto il percorso fatto fino ad oggi, seguendo l'idea realizzativa della plastica". Ed è proprio in merito all'arte e al fare artistico, che Fabrizia Buzio Negri spiega che "la tecnica che usa Stefano è ironica e anche un po' romantica perchè ha scelto la rosa. Ho pensato in merito a questa frase: " 'Una rosa, è una rosa, è una rosa…', anche quando viene rappresentata con questo materiale: un foglio di acetato, che Stefano modella con il calore". Continuando sulla rosa, "è un discorso sicuramente interessante, ma quello che è altrettanto bello è che la parte del gambo e delle foglie sono reali"; un tocco di realtà dunque in un elemento costruito d'innaturale. Stefano ha valutato positivamente la serata: "sono contento di come è andata la prima mostra fuori dall'ambiente varesino. Ho ricevuto stasera molti consigli, anche riguardo la mia arte; mi hanno incuriosito e sono sicuramente utili, ma credo che continuerò a creare seguendo le mie idee e non perderò facilmente di vista il percorso fin qui fatto".

Rhythm & Colors – Titolo significativo in quanto l'arte si è fusa per questa occasione con la musica. Oltre alla passione musicale riscontratata in alcuni artisti partecipi alla mostra, durante il vernissage si è esibito al pianoforte il giovane musicista Michelangelo Decorato.

Rhythm & Colors
4-13 ottobre
Spazio Lattuada
via Lattuada, 2
Milano
da lunedì a sabato 10-19
Sabato 6 ottobre Giornata del contemporaneo, apertura prolungata fino alle 24.00
ingresso libero