Cos'è un gioiello – "Il gioiello, lo dice la parola stessa indica qualcosa che porta la gioia"; così esordisce Alessandra Ceccuzzi, l'organizzatrice della giornata dedicata al design di un gioiello alle Ville Ponti di Varese, organizzata dalla storica casa di Busto Arsizio. E' Bambi Lazzati a sottolineare la bellezza e l'importanza di un gioiello per una donna. "Come tutte le donne, credo, ho la passione per i gioielli e per le cose belle", confessa la direttrice del Premio Chiara che per questa manifestazione si è occupata dell'organizzazione e della promozione. E' Andrea Ciotti, docente universitario di design a Venezia, a ricordare invece l'inusualità di eventi di questo genere, almeno in Italia. E' raro infatti che siano date certe possibilità ai giovani emergenti. Sarà compito del giovane architetto fare da moderatore tra i cinque designers di chiara fama presenti al tavolo dei relatori, dei responsabili, ideatori da anni a questa parte di manifestazioni che fanno convergere interessi culturali verso il mondo del gioiello, Bruno e la stessa Alessandra Ceccuzzi.
Varese manca di design – Nomi importanti, anche a Varese. Marcello Morandini è uno di questi. "Da sempre il mio lavoro si concentra sulla ricerca artistica legata a forme geometriche elementari", spiega l'artista varesino che vanta nella sua carriera 103 mostre personali di arte e design. Da lui muove subito una proposta, coltivata negli anni. "Manca una scuola di design in provincia di Varese" – afferma Morandini – la nostra città e provincia vantano scuole legate a diversi settori produttivi, ma non c'è in effetti una scuola dedicata al design. Un istituto che mantenga un livello alto, in grado di impegnare e coinvolgere i giovani, che troppo spesso sono in giro a far niente".
La preziosità non è data dal materiale – Questo è il concetto chiave dell'intervento di Ambrogio Pozzi. Nato a Varese, con gli anni ha conosciuto le grandi mostre in Italia e all'estero. "E' importante che i giovani si appassionino all'arte, come può essere quella del design di gioielli o altro – sottolinea Pozzi – ma è altrettanto importante che gli imprenditori diano spazio e stimolino gli emergenti. Ci devono credere primi tra tutti loro". Ambrogio Pozzi ha poi voluto evidenziare un altro aspetto del settore: "Non sono i materiali preziosi che danno valore al gioiello. Si possono utilizzare anche materiali diversi e dare comunque prestigio al pezzo creato".
Gioiello: elemento da sempre della cultura umana – E' la volta di Riccardo Blumer, laureato in architettura e attivo per anni al fianco di Mario Botta. "Abbiamo creato una bella squadra in occasione di questa esposizione-concorso – si entusiasma – è molta l'energia messa al servizio di qualcosa di creativo". Per quanto riguarda le nuove generazioni, anche il designer di origini svizzere ha idee precise: "Occorre stimolare i giovani dando loro una meta, un qualcosa da conquistare. Mi sembra che in questo caso il tema sia importante e prezioso". Il vincitore tra i 25 designers esordienti con i loro progetti presentati, nel 2008 riceverà infatti in premio un diamante. "Il gioiello rappresenta un elemento distintivo della cultura umana fin dall'antichità", conclude Blumer.
Il gioiello come simbolo di un'occasione – Raffaella Mangiarotti è l'unica presenza femminile tra questi artisti a portare la testimonianza di chi i gioielli li vive da vicino. Attiva soprattutto a Milano, la designer rivendica orgoglio femminile: "Il gioiello è soprattutto il simbolo di una donna. Ma lo è anche di un'occasione, di una ricorrenza, di un avvenimento, di un legame affettivo o di memoria". Il suo oggetto presentato in questa esposizione, racchiude tutti questi aspetti. "E' un gioiello non solo ornamentale – spiega – ma stimola anche il senso dell'olfatto. Il monile contiene al suo interno un pezzetto di feltro che può essere imbevuto di qualsiasi profumo. L'idea è nata da un gioiello che amavo molto di mia nonna. Era fatto simile, ma all'interno aveva la foto del nonno". "Sono troppo poche le iniziative dedicate ai giovani in Italia. Non c'è assolutamente paragone con i paesi esteri, dove i giovani vengono incentivati in ogni modo". Sulla stessa lunghezza d'onda è Francesco Lucchese, che torna a Varese, ancora in collaborazione con la casa Ceccuzzi dopo esperienze trascorse.
Parola di maestro – In chiusura, è Bruno Ceccuzzi a tirare le somme e a rivendicare un dettaglio che l'intervento di Ambrogio Pozzi aveva in qualche modo messo sotto altra luce: "E' il materiale – asserisce l'imprenditore – a dare importanza all'oggetto creato, non per niente il Premio per il progetto vincitore tra quelli presentati sarà proprio un diamante". L'appuntamento è dunque per il 2008 con le realizzazioni dei giovani talenti, a cui è stata data un'oppurtunità quasi unica.