Claudio ArgentieroClaudio Argentiero

Campagna di Francia – Claudio Argentiero snocciola cifre: per una foto di André Kertész anche 200mila euro, un nudo di Newton può valere fino a 90mila. Gli italiani? Un piccolo Ghirri sotto i diecimila; a quella cifra può tranquillamente arrivare anche un Basilico di grandi dimensioni. E' appena tornato da Parigi. Da Paris Photo, per l'esattezza, la più importante vetrina commerciale per collezionisti della fotografia a livello mondiale. Ha metabolizzato conferme e novità "le nuove stampe in carbone, i formati, le nuove tendenze" e si è di nuovo buttato nel pieno del progetto che lui e il gruppo di lavoro sta finalmente vedendo nascere, con il nome di Archivio Fotografico Italiano.

Passione comune – Umberto Armiraglio, Claudio Argentiero, Cristiano Fabris stanno allestendo in Villa Pomini la mostra del debutto. Quattordici autori, storici e viventi, che già hanno creduto nelle potenzialità del progetto di conservazione e di tutela del proprio patrimonio fotografico. "La nostra fortuna – spiega Fabris – è che pur occupandoci professionalmente di specificità diverse, il nostro comune interesse e la passione per la fotografia ci porta a mettere mano a progetti importanti di questo tipo. Un lavoro che oggi è possibile fare anche grazie a nuove tecnologie sofisticate in grado di salvare o recuperare vecchi archivi o garantire il futuro alle nuove immagini digitali".

Cristiano FabrisCristiano Fabris

La cura – Fabris da anni si è specializzato nella stampa fotografica. Armiraglio nella grafica, Argentiero è colui che gestisce in prima battuta le relazioni dell'associazione Click Art's, prima, e del neonato Archivio ora, con istituzioni, pubbliche, private. Tutti e tre in ogni caso dediti da sempre alla fotografia. Con loro il critico fotografico Sandro Iovine e ancora Alessandra Milani, Chiara Cavelli, a loro volta con uno sguardo rivolto al passato, alla conservazione e alla catalogazione dell'immagine fissa. Il salto di qualità da un livello più o meno amatoriale al progetto più impegnativo dell'Afi, si spiega con una comune presa di coscienza, di un vuoto  da riempire, di un bisogno che muove dal basso, prima ancora che dalle istituzioni, di porre cura a questo patrimonio espressivo.

La mostra
– Da quando è partita l'idea, con il pieno appoggio del comune di Castellanza, ma anche il benevolo interesse di un pezzo grosso in Regione come Luciana Ruffinelli, fin dai suoi trascorsi politici bustocchi, l'archivio ha già acquisito un migliaio di immagini. Contatti diretti degli stessi responsabili, con artisti viventi, con gli eredi in altri casi. In mostra immagini di Gianfranco Moroldo, Franco Pontiggia, Mario Vidor, Innocenzo Pedretti, Renato Luparia, Vittorio Pigazzini, Virgilio Carnisio, Nino Leto, Eugenio Manghi, Giovanni Mereghetti, Antonio Catellani, Carlo Meazza, Stefano Pensotti, Roberto Rognoni.

Umberto ArmiraglioUmberto Armiraglio

I progetti nel cassetto – A mostra finita, riprenderà il lavoro di inclusione. Sono già una trentina gli autori che andranno ad arricchire il patrimonio dell'Afi: Cito, Bergamaschi, Perotti, tra gli altri. Un antologica di Nino Leto è alle viste, così come l'integrazione digitale sul sito dell'Archivio di una sezione dedicata all'Archivio Paracchi, storica documentazione del territorio. "E' la prima esperienza di questo tipo in provincia di Varese, ma credo anche nel nord Italia – commenta soddisfatto Armiraglio – l'idea è naturalmente quella di coinvolgere un grosso sponsor privato, per far convergere attenzioni più massicce di altri enti pubblici". Al momento, l'Afi ha un contributo di 2000 euro destinato alle associazioni e sponsor tecnici che contribuiscono alla dotazione di macchinari sofisticati necessari alla cura delle stampe da originali spesso deteriorati.

La vitalità del sud
– Non è un caso che questo gran movimento nasca da qui, dal sud della provincia, tra Busto, Castellanza, la stessa Gallarate, dove continua a vivere lo storico fotoclub Il Sestante. Da tempo molto più reattiva e attiva, grazie proprio a forze emergenti dal basso, favorita beninteso da una disponibiltà politica in molti casi più allertata. Basti pensare alla sensibilità dell'amministrazione di Castellanza di conferire la storica Villa Pomini, appena uscita dal restyling, a sede dell'Archivio e luogo principe delle esposizioni. Una sensibilità più diffusa che consente, ai più accorti, di afferrare occasioni come questa.

I fotografi della collezione AFI
Villa Pomini – Via Don Luigi Testori 14 – Castellanza Inaugurazione: domenica 25 novembre 2007 ore 11 – ore 12 cocktail in musica e proiezione
Date e luogo: 25 novembre – 1 e 2 dicembre 2007
Orari di apertura: sabato ore 15-19 / domenica ore 10-12,30 / 15-19 – Ingresso Libero
Segreteria organizzativa e contatti:
Claudio Argentiero – Tel. 347-5902640 / e-mail: argentfoto@libero.it
www.archiviofotografico.org