Arte sacra – Un pittore come Silvio Crespi è un bene per l'arte, un patrimonio da tutelare ad ogni costo. La sua arte è straordinaria, di un'intensità unica e irripetibile. La sua mostra personale "Luoghi del cuore per ogni speranza" è in corso nella Sala d'Arte Santa Maria fino al 14 dicembre. Crespi traccia un cammino verso la contemplazione ora della natura, ora delle figure del mito come la Valkiria, ma soprattutto della fede. Crespi attinge alla memoria della fede e ricrea quell'arte sacra che è andata scomparendo, reinterpretandola in maniera del tutto personale. Per immergersi nei suoi quadri a soggetti religioso occorre abbandonare i riferimenti al passato, i luoghi comuni, la tentazione di attribuirgli un gusto iconografico caro al rinascimento o al barocco e "ascoltare" il cuore e le sensazioni che affluiscono dalla tela. Ecco che nascono dal suo pennello immagini splendide di madonne attorniate dagli angeli come la "Madonna delle nevi con gli angeli nella tormenta": intensa, avvolgente. Oppure ancora i suoi Cristo che ti fissano negli occhi con una profondità tale da catturarti e affascinarti, facendo rinascere quell'anelito all'Infinito, alla fede nella sua più alta manifestazione, o ancora la Natività, illuminata da una luce tutta interiore che fa emergere "Stupore e speranze per la nascita del Bambino Gesù".
Il mito – Nei quadri di Crespi, così densi e comunicativi, non mancano i richiami al classico, come il "Sogno mitologico canoviano Venere e Adone con Pegaso", in un tramonto infuocato, o ancora la corsa dei cavalli "Verso nuovi orizzonti". "Silvio Crespi potrebbe appartenere a una particolare sorta di realismo magico" scrive Giuseppe Magini, che aggiunge: "La figura umana è esaltata soprattutto nelle fanciulle che il pittore accosta alla primavera che idealizza e ritrae in versione contemporanea come eterne dee (…) il mito figurale viene celebrato con affabile partecipazione nella ripresa pittorica di opere classiche. Pegaso, il cavallo alato del mito è comprimario della specie equina nella pittura di Crespi, ma anche i suoi fratelli cavalli normali interpretano spesso simboli antichi dell'eterno movimento nel quale la cultura greca scorgeva un elemento musicale d'eccezione".
La tenerezza – "Non solo tecnica, non solo scienza ci vuole oggi – parrebbe voler dire il Nostro – nel contatto degli uomini con la natura e nel loro rapporto reciproco, ma ci vuole anche e forse prima di tutto tenerezza, che è il volto più riconoscibile dell'amore e della verità" (Magini). Ed è proprio questa tenerezza che traspare dai suoi quadri, mista a nostalgia di luoghi lontani, dalla baia del porto di Rodi, alle luci della sera dell'eremo di Santa Caterina del Sasso, alle montagne innevate dell'Alpe Severo, o alla magnificenza del Monte Rosa, o ancora all'immenso paesaggio delle Ande. Un viaggio della memoria, dello spirito e del cuore.
Un bustocco doc – Silvio Crespi è nato a Busto Arsizio nel 1937 dove vive e lavora. Il suo studio è in via Alba. Ha preso parte a numerose manifestazioni artistiche nazionali e internazionali, conseguendo premi e riconoscimenti. Ha al suo attivo 35 mostre personali e molte collettive, specialmente d'arte sacra. I suoi dipinti campeggiano nelle chiese del territorio: alla Madonna del Prato, ai SS Apostoli di Sacconago, in Sant'Edoardo e in Beata Giuliana.