l trionfo del colore – Finalmente il colore, nella grigia seriosità bustocca. Finalmente una mostra che diverte, che fa sorridere e affascina come poche altre. Finalmente il realismo vissuto con leggerezza un pizzico di ironia. "Il colore, il colore intenso, vivace coinvolge attivamente il senso visivo, lo appaga, lo frusta, lo annichilisce, lo urta ma mai lo lascia indifferente", sono le parole dell'artista, Massimo Speroni, l'autore della mostra "Trionfo del colore". Speroni è nato a Busto Arsizio nel 1954 ma vive e lavora a Cervinia. Dalla montagna valdostana ha tratto ispirazione veruna serie di opere sacre incise nel legno angeli, madonne, crocifissioni di splendida fattura di cui ha portato un assaggio nella mostra alla Galleria Boragno. Ma sono i suoi quadri coloratissimi, iperrealisti, in cui le donne sono protagoniste assolute, con grandi seni e pose accattivanti, a colpire l'immaginario, legati indissolubilmente ai pupazzi, emblematici protagonisti delle sculture, acrobati, matrone, viaggiatori, angiolotti, fate.
Femminilità a tutto tondo – "Nella mia ricerca di una via personale di interpretazione dell'arte – dice Speroni – ho perseguito l'idea di coniugare pittura e scultura, per cui i miei strani pupazzi assumono le fattezze di iridati sogni, assai ricercati, non tanto nella scultura, volutamente grossolana, ma in una colorazione alquanto ricercata. Traspare evidente nelle sculture il cui soggetto è un corpo femminile, l'adorazione da parte mia dello stesso dove sono evidenziati in modo abnorme seni e sederi. I volti delle mie sculture sono in genere seri e pensosi, esprimono in modo assai evidente l'angoscia de vivere stesso e le perplessità che il futuro ci riserverà, ciononostante la paciosità e i vivaci colori sdrammatizzano decisamente tale sensazione". Il colore e la forma come antidoto quindi alla depressione, alla tristezza, al grigiore della vita quotidiana. Speroni è un artista libero dalle convenzioni, felice di esprimere sensazioni da cogliere e da gustare. I suoi quadri, gli oli, sono un inno alla gioia, alla donna colta in tutte le sue sfumature, in tutte le sue età della vita, in cui sa ancora sedurre, amare, accogliere la vita stessa e fissarti negli occhi per raccontare una storia interiore.
Sculture astratte – "Piacciono molto ai critici le mie sculture più astratte", commenta Speroni mostrando un'installazione di acciaio, legno e nitro, fatta con gli "scarti" delle sue opere in legno e riassemblati in maniera del tutto originale. Piacciono ma lasciano indifferenti i bustocchi che faticano ad emozionarsi di fronte all'arte, con la A maiuscola: "Busto è una città strana, come del resto l'Italia: i talenti ci sono, l'arte è presente ovunque, ma spesso il quadro è vissuto come complemento d'arredo – commenta l'artista – la gente osserva, molti dicono di non capire nulla di arte, a volte comprano per fare un investimento se il critico li sollecita, ma il gusto dell'arte non c'è. Fatica a farsi strada a meno che esista un background personale e una sensibilità particolare". Una critica che corrisponde spesso al vero, che trova riscontro nella freddezza con cui la città accoglie artisti e mostre, in ogni momento dell'anno. Una freddezza che, si spera, possa sciogliersi prima poi come neve al sole.