Uno dei no – Molti sono gli edifici sacri che hanno bisogno di cure continue, ma conservazione e restauro vanno di pari passo con cifre esorbitanti che spesso le parrocchie non possono sostenere. Così si prova a cercare aiuto altrove e uno degli enti a cui rivolgersi è la Regione Lombardia. Non sembre va bene. Tra quanti speravano, invano un piccolo ma sostanzioso aiuto, compare anche la parrocchia di san Vittore Martire di Varese. La Regione non è interpellata per la basilica del centro cittadino, ma per la chiesa sussidiari di S. Antonio in piazza della Motta. Il progetto presentato riguarda il restauro conservativo della superficie esterna, la copertura in coppi e l'adeguamento impiantistico. Per l'intervento è prevista una spesa totale di circa 153.000 euro. Una cifra abbastanza elevata, che l'organo regionale lombardo, per esaurimento risorse a disposizione per queste tipologie di progetti, non può sostenere neppure in parte.
Maestranze varesine – Nella piazza dove ogni anno tantissime persone si riuniscono per il tradizionale falò, c'è uno degli edifici sacri più importanti di Varese. La chiesa della Motta come ci appare oggi, risulta essere un ampliamento della Cappella e dell'Oratorio della Confraternita di S. Antonio ed è stata costruita a partire dal 1593 da Giuseppe Bernascone. L'interno fu affrescato nel 1756 da Giuseppe Baroffio con un grandioso dipinto architettonico di grande effetto che crea l'illusione di parapetti, balconate, cupole e colonnati. Gli affreschi della volta della navata e del coro (Gloria di S. Antonio e Esaltazione della Croce) sono invece del Ronchelli.
Il restauro – "Ci stiamo già occupando della parte interna della chiesa di S. Antonio – ci spiega l'architetto Angela Baila, responsabile dei lavori di restauro e del progetto presentato alla Regione – è stato fatto un primo lotto di interventi per questo edificio che è di grande valore artistico ed architettonico. Adesso dobbiamo preoccuparci dell'adeguamento degli impianti e del rifacimento delle coperture esterne, in particolare sulla volta centrale è da eliminare la muratura che risale agli anni 70'. Inoltre va fatta una copertura in coppi". Continua l'architetto "sono state fatte le analisi del caso. L'ultimo restauro è stato negli anni 70'. Abbiamo così rifatto rilievi, schedature, sopralluoghi, quadri fessurativi e l'analisi della pittura. All'interno si trovano pigmenti di varie epoche e di conseguenza abbiamo eseguito trattamenti di pulitura differenti. Da quelli più semplici ai più complessi, per esempio la pulitura a laser per le zone ottocentesche più degradate". L'architetto non può ancora dirci quanto dureranno i lavori, nè se dopo il no della Regione ci sarà uno stop o si proseguirà. Anche in questo caso, non resta che attendere.