Semplicemente profondo – La personale di Antonio Marciano allo Spazio Zero presenta opere molto particolari, all'apparenza semplici e spensierate, formate da chiodini tipici dei giochi infantili, dai colori accesi e allegri. Grandi sorrisi e occhi ancora più grandi appaiono nei ritratti, figure stilizzate esprimono affetti assoluti quali l'amicizia, l'amore e la solidarietà. Ma dietro questo mondo apparentemente felice se ne cela un altro, non troppo nascosto. Basta osservare attentamente le immagini e leggere alcuni titoli delle opere come "Vorrei vivere una vita comune come gli altri" o "Prometto che se guarisco non mi ammalo più" per capire la profondità che Marciano ha dedicato al suo lavoro.
Passaggio attuale – Questo stile fatto di chiodini è nuovo per l'artista; Francesca Marianna Consonni, che ha curato questa mostra, sottolinea infatti che "Marciano fino a poco tempo fa era conosciuto come l'artista delle dorature: egli ricopriva d'oro una quantità infinita di oggetti e tele, e con questa tecnica, di cui sono presenti un paio di esempi in mostra, ha riscosso molto successo. Da artista delle dorature Marciano è poi passato a una nuova estetica, differente, che a me piace definire "pixelata" perché l'immagine è divisa in puntini, come pixel, ed esprime un linguaggio molto attuale anche nel mondo dell'arte, si pensi per esempio alla Net-art".
Trovare il modo per purificarsi dal dolore – Non bisogna farsi ingannare però: "l'intento di Marciano non è quello di fare un semplice gioco o di legarsi all'immaginario infantile – continua Consonni – l'interesse è legato alla gestualità dell'infilzare i chiodini, che richiede una manualità semplice. Interessanti in questo senso sono i primi lavori che prevedono l'utilizzo di questi chiodini: sono foto di personaggi legati al dolore, per esempio l'uomo chiodo; nel momento in cui l'artista fa uscire questi soggetti egli li infilza letteralmente e li mette in una foto, li scannerizza e poi li distrugge,quasi per purgare il dolore".
Appuntare la realtà per consegnare al tempo delle icone – Dalle prime foto di opere con i chiodini l'opera di Marciano compie un passo ulteriore: "attraverso queste opere Marciano esprime la voglia di essere semplice e la voglia di appuntare la realtà: e i primi appunti che salgono alla memoria sono proprio quelli legati al dolore", tiene a ribadire Francesca Consonni. Gli ultimi lavori sono ritratti di persone che fanno parte della vita dell'artista: amici, fidanzate, persone che l'hanno aiutato e gli sono state vicino. Questi ritratti sono ripresi da foto che appartengono alla vita privata di Marciano e che lui appunta e blocca sulla tavola con i chiodini. Il tempo riduce queste immagini a delle icone; con questa tecnica l'artista elimina tutti i dettagli, che sono un di più. Marciano blocca in un immagine i suoi affetti e le persone a lui care, che da ritratti diventano vere e proprie icone consegnate al tempo".
Not for children under 3 years
Antonio Marciano
a cura di Francesca Marianna Consonni e Francesca Tollardo
Dal 9 al 24 febbraio 2008
inaugurazione sabato 9 febbraio alle ore 18.00
SPAZIO ZERO via Ronchetti n.6 Gallarate VA
tel./fax 0331.777472
da martedì a sabato 16.30-19.00,
domenica 10.00-12.00/16.30-19.00; lunedì chiuso
ingresso libero