'Il cammino di una Comunità' – 6,80X1,80 metri. Un grande murales dalla gamma cromatica scelta accuratamente, vivacizza la parete dell'Ufficio tecnico, al terzo piano del municipio di Gazzada-Schianno. Il soggetto rappresentato è la storia, è la vita, è il passato come il futuro. E' marzo 2006 quando l'opera dalle grandi dimensioni viene inaugurata. E' questo il momento in cui la cittadinanza del comune, alle porte di Varese, rilegge nelle immagini il proprio passato. Una richiesta fatta al pittore Angelo Del Devero, da parte di un comitato nato appositamente per la realizzazione dell'opera.
Parlare con il colore – L'artista Angelo Bersani è originario della stessa Gazzada, dove è nato nel 1928. Ha frequentato la scuola d'Arte a Milano e nelle vicina Svizzera. L'artista risiede ora a Lesa (NO). Del Devero vanta nella sua produzione una gran quantità di opere di commissione pubblica. La stessa energia e capacità narrativa dell'opera di Gazzada-Schianno è da ritrovare nella precedente realizzazione pittorica per la Caserma della Guardia di Finanza di Varese. E' in questo esempio prima, e a Gazzada poi, che attraverso il colore e le figure, questo pittore trasmette e racconta molto di più di quello che si potrebbe fare con le parole.
Ponte colorato – L'artista ha eseguito l'opera con colori acrilici su una base preparatoria apposita e ha riportato il bozzetto preparatorio su muro usando l'antica tecnica della quadrettatura. Il pittore ha inserito molteplici riferimenti dei due antichi borghi di Gazzada e di Schianno con dettagli che portano fino ai giorni nostri. A colpo d'occhio fuoriesce la lettura voluta dall'artista resa con i colori. Da sinistra a destra le scelta cromatica si sposta dai caldi toni del rosso, arancione e marrone, per arrivare sul lato opposto con tonalità più fredde, dal blu, al grigio al viola. Un primo ed essenziale elemento questo che identifica il senso dell'opera: il cambiamento della vita, delle abitudini, delle realtà quotidiane, delle attività lavorative, degli edifici. Da quella che era la realtà contadina ad una situazione instauratasi dagli anni '70 ed arrivata fino a noi con industrie, nuove professioni e diverse realtà. "Questi luoghi hanno subito un notevole cambiamento nel secondo dopoguerra – spiega l'artista – quando da una società operaia – contadina, si è giunti all'industrializzazione. Altro elemento distintivo del periodo fu la migrazione in questi paesi di gente meridionale, che è stata capace di inserirsi bene, e allo stesso tempo è stata accettata positivamente".
Angoli di storia – Esattamente al centro del murales è rappresentato in tutta la sua maestosità il leone, simbolo adottato dal comune. L'animale schiaccia un ponte, il noto Ponte dei Verni, lo stesso sotto cui oggi transita la ferrovia per Varese. La struttura ha rappresentato per lungo tempo la linea di frontiera tra i due paesi di Gazzada e di Schianno, oggi unificati sotto lo stesso comune. E' quest'immagine che suddivide l'opera in due; a sinistra di essa è riconoscibile la storia di Gazzada, a destra quella di Schianno. Leggendo il murales da sinistra si riconosce nell'angolo in alto una gazza, soggetto da cui probabilmente ha tratto origine il nome del borgo. La non nitidezza del soggetto è dovuto proprio al suo tono leggendario. I monti sullo sfondo sono quelli su cui sorge il Sacro Monte. Si vedono inoltre figure di contadini al lavoro impegnati con falci, asce, martelli e con l'aratro a mano. Un solo personaggio ha il volto ben delineato ed è riconoscibile con un contadino attivo nella raccolta delle patate. Del raccolto a quest'uomo non ne rimaneva che la metà, l'altra era costretto a portarlo al feudo: la Proprietà Cagnola. Tutti i terreni su cui oggi si stanno espandendo i due paesi, erano in un lontano passato possedimenti della famiglia Cagnola la cui Villa è giunta in ottime condizioni fino a noi ed è ricordata nell'opera di Del Devero, sia con il colonnato che con la Torre dell'Orologio, oggi scomparsa. Quest'ultima è posta sullo stesso piano delle altre due torri, quella a sinistra della Chiesa di Santa Croce (Gazzada) e quella a destra della Chiesa di San Cosma e Damiano (Schianno).
Punto di passaggio – Continuando la lettura ci si trova di fronte a degli attrezzi di lavoro nuovi, simbolo dell'evoluzione che sfocerà nell'industria, settore cardine dell'economia di questa zona. Si riconosce un pettine, spezzato a metà, a indicare la ditta Italo Cremona, recentemente andata in fallimento, ma florida realtà durata per anni. E ancora al di là del leone, in blu, il logo della Ficep, azienda qui ancorata che è stata ed è capace di diffondersi in tutto il mondo. Nella porzione dell'opera dedicata a Schianno sono riconoscibili lo stemma sull'arco d'ingresso del cortile degli Stallaci, ora interamente ricostruito. La gru in alto a sinistra sta a indicare il progresso, le nuove costruzioni, la proiezione al futuro. Il domani è rappresentato anche dalle figure disegnate nell'estrema destra dell'opera: giovani al lavoro sul tecnigrafo, un computer, un ragazzo che legge e una ragazza che scrive. Due profili di volti guardano fuori dall'opera, al futuro. Un domani che si costruisce sulla cultura e sulla pace.
Elementi di continuità – Una colomba, simbolo della Pace, sorvola l'opera. I tetti ovunque inseriti nell'opera pittorica simboleggiano l'attaccamento del popolo di questi due paesi alla terra, alla propria casa. A differenza di molte altre realtà vicine a Varese, Gazzada e Schianno, si sono sempre distinti per il forte legame con la tradizione, il passato, la storia, le origini. Questo murales ne è l'esempio lampante. Là dove trova nuova sede la casa dei cittadini, trovano posto anche le loro origini.
I membri del ‘Comitato per il murales' sono: Brusa Felice, Bidoglio Ettore, Caravati Flavio, Martignoni Luciano, Ponti Dario, Tamborini Enrico e Talamona Dario.