Lo spunto di Pasolini – E' un intenzione che ha radici profonde, ad affermarlo è l'autore stesso nella prefazione. La scintilla di scrivere "Il volto di Gesù", storia di un'immagine dall'antichità all'arte contemporanea, scocca in Flavio Caroli negli anni dell'adolescenza dopo la visione del "Vangelo secondo Matteo" di Pier Paolo Pasolini.
Glabro e barbuto – Il testo rispetta il percorso storico-cronologico, da Gesù in croce con testa d'asino in un graffito del II° secolo, presente a Roma nell' Antiquarium Palatino, si arriva all'Ultima Cena di Andy Warhol.
La prima raffigurazione del volto di Gesù risale a metà del IV secolo rinvenuto nelle catacombe di Comodilla, dopo di che dalle immagini di un giovane glabro, si arriva alla barba e alle chiome fluenti in un cammino iconografico lungo diciassette secoli e che tale è rimasto sino a noi.
Confronto tra le arti – Per fare intendere il percorso del pensiero figurativo, Flavio Caroli connota il volto di Gesù agli avvenimenti storici, segnalando anche la drammatica sequela di immagini distrutte dal furore iconoclasta.
Fondamentali risultano gli accostamenti fra l'arte orientale e quella occidentale, uniti all'essenzialità del confronto serrato fra pittura e scultura, ma anche come, il mutare nei secoli della committenza, abbia influito sull'incedere della struttura raffigurativa.
Flavio Caroli, Il volto di Gesù
Ed. Mondadori
pp. 112
€ 17.00