Taglio del nastro – Si è svolta domenica 18 maggio l'inaugurazione della mostra 'Incontro con Mario Aubel al Museo Salvini', allestita presso il Museo di Cocquio e presentata da Anna Visconti (Associazione Museo Salvini), Anna Gasparotto (autrice del volume "Mario Aubel Pittore") e Franco Tagliapietra (docente di Storia dell'Arte Contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Venezia). Una mostra che racconta l'incontro ricco di inattesi esiti e di buoni frutti, tra grandi maestri dell'arte dello scorso secolo. "La mostra nasce – dice Anna Gasparotto – innanzitutto come celebrazione dell'incontro e dell'amicizia tra Salvini e Aubel. Proprio la casa di Salvini, dove oggi è allestita la mostra, è stata il nido personale del pittore, il luogo dove incontrare e ascoltare la natura per poi trasporla nei suoi quadri. Anche Luigi Russolo (approdato, come Aubel, sulle sponde del Verbano nel '33) si lascia incantare da questi luoghi e come Aubel e Salvini, ama esprimersi e comunicare attraverso il colore".
Incontri inattesi – Aubel, maestro tenutosi volontariamente lontano dai riflettori, amava dire che l'arte sta nel vedere, non nel vendere. Memorabili sono le sue composizioni dove uno sfumato e ammorbidito chiaroscuro ricrea lo spazio naturale. Il paesaggio – specie negli anni '30 – è sempre intriso di riferimenti onirici e simbolici, è un ritratto dell'anima e mai una trasposizione del modello materiale. "Davvero significativo – sottolinea Tagliapietra – è il credito di Luigi Russolo nei confronti di Aubel. Dopo le sperimentazioni incandescenti delle Avanguardie, il rapporto con Aubel ha significato per il "maestro ex-futurista", un generale ripensamento e una profonda rimeditazione sul fare arte e sul suo significato. Fondamentale è la ricerca sul colore che costruisce e dà corpo alle forme, sulla luce che accarezza i contorni dei paesaggi. I due pittori scoprono così di avere una felice consonanza, pur provenendo da percorsi artistici e biografici molto diversi".
Un ponte verso il passato – Sono in due a sottolinearlo: l'arte di Aubel è affiancata per tutta la sua esistenza da una copiosa messe di scritti e riflessioni autografe. Anna Gasparotto e Franco Tagliapietra così spiegano al pubblico presente in sala: "Gli scritti di Aubel si configurano come vera e propria riflessione sul fare artistico, come Teoria sull'Arte, frasi che rendono intelligibili i pensieri del maestro". Secondo la Gasparotto è particolarmente significativo che Aubel, nello scrivere i suoi appunti, non usi mai la prima persona singolare, ma la seconda, rivolgendosi, in questo modo, ad un ipotetico lettore, ad un uditore, ad un discepolo. Spesso i disegni o gli schizzi del pittore triestino sono affiancati e inframmezzati da annotazioni, suggerimenti, scritti prima a matita, poi ripassati a penna stilografica, con grafia ordinata e sicura. "Questo particolare genere letterario – specifica il docente di Venezia – trova i suoi padri fondatori negli autori dei ricettari medievali, nei trattati di Cennino Cennini, di Leon Battista Alberti e di Leonardo da Vinci".
Dipingere come scrivere – Così si legge negli appunti di Aubel, raccolti in una ricca antologia nel volume curato dalla Gasparotto: "Tieni sempre un piccolo libretto in tasca e schizza giornalmente quello che ti piace, ma non fare il quadro da quegli appunti, perché da essi riceverai sensazione che fermerai sulla tela – mentalmente – magari trascorso un anno". Ricerca e meditazione, studio attento e applicazione costante. Questi gli insegnamenti di Aubel. La mostra, infine, presenta oltre alle opere pittoriche, alcuni disegni e schizzi del Maestro. Molti sono accompagnati da titolo e firma e dunque considerati, dall'artista stesso, opere finite e autonome. Inediti e davvero interessanti sono i suoi studi di anatomia, eseguiti secondo l'insegnamento leonardesco.
'Incontro con Mario Aubel al Museo Salvini'
18 maggio-18 giugno
orari: mercoledì-sabato-domenica ore 15-18
Museo Salvini
Cocquio Trevisago
contrada Innocente Salvini