Oltre l'accademia – La Pro Loco cambia volto, e le sue pareti si colorano di pennellate tanto cupe quanto calde e passionali, una sopra l'altra, una dietro l'altra. Massimo Luini è un artista che proviene dall'Accademia di Belle Arti di Venezia, abile nei disegni a sanguigna e negli oli, nella copia dal vero come nella rivisitazione artistica di dipinti famosi. Ma Luini è andato oltre gli insegnamenti prettamente accademici, cercando e trovando via via uno stile confacente alla sua personalità e alla sua volontà di espressione.
Riferimenti istintivi – "Dalla mia più tenera età – racconta l'artista – un'innata creatività mi ha portato a sperimentare diverse tecniche pittoriche: il richiamo incessante al soggetto nelle composizioni figurative disturbava però la mia libertà di interiorizzazione e mi imponeva dei riferimenti che io non volevo più subire. Così mi sono rivolto all'astratto, che lascia libero corso a ritmi più gestuali. La mia pittura è istintiva, intimista, molte volte cupa, ma sempre scaturisce da emozioni profonde. I miei riferimenti sono Hans Hartung, Jackson Pollock ed Emilio Vedova, proprio per questo loro uso istintivo e gestuale del colore".
Intimi colori – E questa gestualità, veloce e poco studiata, insieme all'utilizzo dei colori, in prevalenza nero e primari, contribuisce ad evidenziare una personalità ricca di passione e colore, che spesso stenta a farsi largo rimanendo quasi schiacciata ed isolata dalle pennellate nere, forse condizionamenti esterni o forse anch'essi determinati dalla personalità stessa dell'artista. "Uso il nero per dare profondità ai dipinti", suggerisce Massimo Luini, che in ogni caso preferisce non soffermarsi troppo sul significato dei colori e del loro significato. Dopotutto, benché esternata sulla tela, un artista fatica sempre a svelare del tutto la propria interiorità, intima e personale.
Un’opera