L'arte della poesia – "Se il mondo fosse chiaro l'arte non esisterebbe", Albert Camus come incipit del programma. Una frase che introduce e sintetizza il senso dell'iniziativa inaugurata all'Università degli Studi di Bergamo: un ciclo di quattro incontri con poeti contemporanei che 'leggono' le opere di artisti lontani e vicini a noi. "Sguardi a perdita d'occhio. I poeti leggono l'arte", rassegna a cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi è cominciata il mese scorso e si conclude mercoledì 4 giugno con l'osservazione letteraria di un nostro artista, scomparso ormai da quasi cinque anni. Enrico Baj, letto da Edoardo Sanguineti poeta ed amico del pittore, collaboratori in due testi, uno del 1984 "Alfabeto apocalittico. 21 ottave con un'acquaforte e 21 capilettera" e uno di dieci anni successivo "Malebolge 1994/1995 o del malgoverno. Da Berluskaiser a Berluscaos". L'artista di Vergiate ha sempre lavorato sulla commistione di generi, l'arte e la letteratura hanno sempre contestualmente vivificato il suo operare. Baj ha infatti prodotto ben cinquanta libri d'artista, collaborando con importanti poeti e scrittori. L'ultima mostra varesina voluta e pensata da Baj stesso, deceduto cinque mesi prima dell'apertura, è stata non a caso 'Pictura ut poesis. Incroci tra arte e letteratura', allestita al Castello di Masnago.
Voci fuori dal coro – Un'antologica, quella del 2003, che ha racchiuso uno degli amori di Baj, versatile, eclettico, avanguardista artista milanese che ha lasciato un vuoto, anche ideologico. Sanguineti a Bergamo, alla Sala della Porta Sant'Agostino si fermerà a guardare i suoi lavori più noti, ne tirerà fuori il pregio e l'irriverenza. L'amicizia tra i due è il dato fondamentale, come ci ha confermato Zanchi. I poeti coinvolti negli incontri precedenti hanno affrontato artisti appena scomparsi come Robert Rauschemberg, artisti attuali come Bill Viola, e artisti lontani, ma originali e anticonformisti per l'epoca, come Lorenzo Lotto. Enrico Baj quindi chiuderà un ciclo che vede tra i suoi scopi anche quello di farsi testimone di sperimentazioni artistiche innovative. "Gli sguardi a perdita d'occhio hanno il desiderio di vedere oltre il velo dell'apparenza e andare al di là di un guardare anestetizzato. Perchè il problema del nostro tempo è l'intorpidimento e l'assuefazione" scrivono i curatori.
L'incontro di mercoledì sera sarà un'occasione per vedere le opere di Baj sottolineando nuovi apetti, per notarne le sfumature e i dettagli con verve poetica. Ne uscirà un'immagine inconsueta, legata anche al luogo stesso prescelto per la lettura: l'incontro avverrà nella zona alta di Bergamo, dove è già passata la storia; sotto l'arco di un'antica porta si guardarà l'opera contemporanea di Baj. L'osservatore attento carpirà, il viandante distratto verrà sfiorato ed entrerà lui stesso a far parte del momento che diviene così atto pubblico. Ennesima partecipazione, ennesima voce che farà eco su un uomo che non aveva paura di parlare, con le labbra e con l'arte.