La mostra – ("Frammenti di un discorso amoroso"), même. Riferimenti al letterato Roland Barthes e al 'Grande vetro' di Marcel Duchamp, realizzato dal 1915 e poi lasciato incompiuto. Un titolo non improvvisato quello scelto da Ermanno Cristini per la sua prossima mostra che inaugurerà sabato 21 giugno alle 17 allo Spazio Cesare da Sesto. 'E' una mostra sulla lentezza' scrive l'artista. Due riferimenti colti che chiamano in causa diverse allusioni ed interpretazioni.
Improduttiva meraviglia – Da una parte il dialogo amoroso reso in frammenti: 80 figure del sentimento d'amore restituite in una struttura enciclopedica. La scelta di elencare e spiegare, pur non sfociando mai in un testo manualistico, ma una sorta di interpretazione senza capo nè coda, che può essere letta per intero o sfogliata o selezionata. Una grande prova di abilità linguistica e letterale che risulta in termine ultimo 'improduttiva', come la definisce Cristini. Dall'altra, con accezione di altrettanta 'improduttività' la "La Sposa messa a nudo dai suoi scapoli" -mème- detta anche Grande Vetro, una delle opere più ambigue ed emblematiche del lavoro del periodo dada di Duchamp. L'artista dei ready made che ha destabilizzato i canoni rappresentativi nel primo ventennio del '900 lascia quest'opera incompleta. Una scelta non casuale. Il Vetro contiene e sviluppa tutta l'attività passata e futura di Duchamp e ha dato adito ad una serie lunghissima di interpretazioni, da farlo ritenere una delle opere più complesse e affascinanti di tutta la storia dell'arte occidentale.
La calma del fare – Cristini seguendo l'idea che l'arte ha in sè diverse componenti ne sceglie una: la lentezza. In mostra ci saranno tredici di opere, realizzate lo scorso anno, piccole 'sculture' in lamiera zincata. Oggetti d'uso comune come scarpe, pianoforti o annaffiatoi. Oggetti atemporali che, con leggerezza, si inseriscono in uno spazio prestabilito come contenitore artistico. Le opere di Cristini nascono anche per la riappropriazione della dimensione del fare, dell'assemblamento e della costruzione quasi artigiana, ma volutamente rese con un materiale non convenzionale per l'arte scultorea. Per lo meno non canonico, dato che l'arte contemporanea ha sperimentato davvero tutti i materiali, investendoli di significati concettuali. L'artista varesino sceglie la leggerezza che si presta alla resa di oggetti comunque materialmente presenti, che occupano un'area ed interagiscono con l'ambiente. "Sono partito dagli scritti di Barthes e le opere che ho scelto di esporre sono i frammenti di un mio discorso" conferma l'artista. "Eppure in arte gli innamorati parlandosi -l'artista e l'opera, l'artista e lo spettatore-, attraversando le figure del loro discorso, scrivendo l'amore, parlano del mondo, scrivono il mondo. Il lavoro artistico è una forma particolare del discorso amoroso: nel suo articolarsi travalica la sfera del privato per coinvolgere quella del pubblico, al punto che il discorso prende forza nell'una dimensione quanto più sa prendere forza nell'altra e viceversa. La "moralità" dell'arte sta nella sua capacità di esercitarsi nella complementarietà di questi due piani" scrive Cristini.
Doppio impegno – Cristini si sdoppia. Da una lato l'esperienza estemporanea di Roaming, che sta diventando sempre più virtuale grazie all'inserimento delle fotografie nel sito che si arricchisce di giorno in giorno. Dall'altro un'esposizione temporanea che lascerà tempo all'assimilazione e allo sguardo non più fuggitivo, ma contemplativo. A Sesto saranno presenti anche 70 delle farfalle realizzate dall'artista che sono il leit motiv di Roaming. Una sorta di posa dopo il frastuono e la velocità del volo, che servirà anche a promuovere ed incrementare il pubblico per la prossima tappa a Parigi.
ERMANNO CRISTINI
("Frammenti di un discorso amoroso"), même
21 GIUGNO – 6 LUGLIO 2008
Spazio Cesare da Sesto
Comune di Sesto Calende – Assessorato alla Cultura
Inaugurazione sabato 21 giugno ore 17
Palazzo Comunale, Piazza Mazzini, Sesto Calende