Il restringersi dell'obiettivo – Quale mostra da allestire al Castello di Masnago e quale progetto culturale ideale nel contesto varesino. La seconda prova per il concorso di conservatore per i Musei Civici di Varese, hanno visto ulteriormente restringersi il campo di ispirazione, focalizzandosi ancor più che nella prima prova sul sedime locale, con un registrimento dell'obiettivo sulla realtà varesina. La traccia predisposta dallo psicologo presente in commissione per valutare gli aspetti attitudinali dei candidati ha presentato due serie di problematiche.
Quali strategie – La prima ha comportato, da parte dei candidati, la stesura di un piano di progettazione e realizzazione di una mostra 'estemporanea' da prevedere al Castello di Masnago, tenendo conto di tutti gli elementi necessari e correlati: dalle procedure amministrative, a quelle scientifiche a quelle legata alla promozione dell'evento. La seconda, ancora più mirata, sul contesto varesino partiva da un presupposto di carattere più generale: le propensioni e le resistenze dell'utenza attuale nei confronti dell'arte moderna e contemporanea. Alla luce di questo e ragionando sul contesto varesino, in cui di resistenze se non di ostilità è fin troppo facile parlare, il candidato doveva sviluppare un piano di rilancio e precisi obiettivi museali e culturali.
Esclusi in punta di legge – Da registrare anche nella seconda di prove, un ulteriore scrematura del già ridotto numeri dei presenti. Due candidati si sono autoesclusi non presentandosi. Altri due provenienti da fuori provincia non sono stati ammessi perché arrivati dieci minuti dopo la chiusura delle porte e quando i commissari già stavano leggendo la prima traccia. Due storici dell'arte, il primo, già autore di una tesi sulla Collegiata di Castiglione Olona; il secondo con una militanza di anni in Sovrintendenza.