Extraterritoriale – Una tabula rasa può essere una tavola imbandita, crocefissa al muro per metà, per l'altra metà rovesciata per terra, bottiglie e stoviglie in frantumi. Può essere la delicatezza di un pezzo di marmo lavorato come fosse soffice gomme piuma pronta ad alzarsi in volo. Può essere una fotografia scattata dal 'nido dell'aquila' di Hitler, in una foto d'epoca e in una attuale. "La cima e l'abisso, sono la stessa cosa". Daniel Spoerri, Valerio Tedeschi, Harald Fuchs, uno svizzero, un italiano, un tedesco. Emblemi di uno spirito comunitario, di progetto, insolito, d'arte europea; dello spirito del lago che torna a visitare l'Isola Bella, infondendole una sorta di extraterritorialità rispetto alla sua austera, nobile, identità.
Bicefala – Puntuale e costante come l'acqua che sciaborda sulle sue rive, Lo Spirito del lago si riappropria dell'isola borromaica, penetra nei suoi anfratti più malmessi e dimenticati, entra nelle stanze, soffia nei vicoli misterioso, aleggia con la sua inopportunità e a tratti oscenità nella turistica, placida routine. Una strana creatura, che parla la lingua del lago ma anche il più duro tedesco, creatura bifida e bicefala. Ogni anno riunisce quasi cospiratori, artisti italiani e artisti del nord, tedeschi per lo più, francesi, canadesi. In un impressionante salto dentro pieghe dell'arte contemporanea che non tutti, neanche in piazze più aggiornate spesso riescono a produrre.
I luoghi del principe – Da più di dieci anni, ideatore è Giampiero Zanzi, ex titolare del ristorante Elvetia, le cui camere in disuso mette a disposizione degli artisti. Camere ed altri angoli, dimessi, in attesa di una vita migliore. Cantine, solai, stalle, che portano ancora incisi le anagrafi, 1800, 1850. Qui tutto è del principe Borromeo, in buona parte in attesa di essere restaurato. Per il momento è terra d'artista. E gli artisti giocano con la malinconia, lo stridore del tempo, in questa perla di lago. I temi, anno per anno, alludono, sollecitano mai banali: Ad occhio nudo, Amore e dolore, Il Mistero delle donne, Dov'è la passione?, Lo voglio diverso, Hic sunt leones, La tentazione di Sant'Antonio, E' bella la bestia, Il ponte del Diavolo, Humilitas, Disgelo.
L'arte che unisce – Quest'anno è Tabula Rasa: "titoli che spesso vengono fuori per via casuali, ma nello specifico di quest'anno credo che colga la sensazione di un cambiamento radicale, di una voglia di di mutazione", spiega Zanzi. "Tabula rasa sottintende un cambiamento radicale, una riflessione approfondita del nostro modo di vivere e pensare". Vive nel mondo dell'arte da sempre. Non ha fatto altro che rendere concreta e partecipe quella comunità.
"L'idea originaria – racconta – è nata per promuovere il turismo, nella zona dei laghi e sul lago. Un turismo intelligente, accorto. Ho semplicemente sfruttato le mie
conoscenze per promuovere iniziative che rimangano, lascino il segno e uniscano se è possibile, l'isola, a Stresa, alle altre comunità lacustri".
Il nuovo spazio – Da ipotesi turistica, la scommessa culturale si è fatta seria. Tre associazioni si sono fondate nel corso degli ultimi anni per sostenere i corsi dell'iniziativa: a Colonia, Vienna e Stresa. Lo spirito del lago ha un suo stand all'Art Cologne, ed un nucleo di artisti che puntuali, anche loro, vi tornano ad aggiornare il proprio lavoro sulle sollecitazioni e gli impulsi del tema prescelto. Una sfida che sollecita gli habitué, Peter Gilles e Birgit Kahle, ad esempio, gli stessi Daniel Spoerri e Harald Fuchs. Ma che vede da anni impegnati anche Ferdinando Greco e Federico Simonelli, due tra gli interpreti più intensi del nostro territorio. Per loro, novità di quest'anno, uno spazio nuovo, nel centro storico di Stresa. Una vecchia cantina, spazio ampio e corrotto, ideale per la monumentalità del loro lavoro. Le sindoni di Greco, i dialoghi a distanza tra i ritratti fotografici e i busti in bronzo di Simonelli, nel loro muto ripetere. "Non ho avuto il tempo".