Amore per lo sport – Milano è la sua città, ma ormai da anni vive a Gazzada, da quando l'amico Bruno Cremona gli ha proposto una collaborazione per la realizzazione di bambole, nello stabilimento fondato dal padre Italo Cremona, diventata negli anni una realtà significativa per il comune di Gazzada-Schianno. E' nato così il legame tra lo scultore Luigi Bennati, oggi ad un passo dagli ottant'anni, ma ancora impegnato su diversi fronti, e il paese che l'ha accolto e lo onora ancora oggi. Basta ricordare che l'anno scorso l'Amministrazione comunale gli ha dedicato una personale proprio nella nuova sede di Villa De Strens. Un passato ricco di emozioni trapela da una mattinata trascorsa con l'artista. Un grande amore per lo sport, quella passione coltivata per molti anni, per la ginnastica artistica, che l'ha portato a importanti risultati come atleta e successivamente ad anni intensi come arbitro nazionale e internazionale.
L'esordio – "Ho iniziato a scolpire fin da ragazzo – confessa Bennati – sono orfano, cresciuto in collegio e lì è nata la mia passione per la scultura, per lo scolpire il legno all'Istituto Artigianelli di Milano, materiale che adoro lavorare ancora oggi. Così è nata anche un'altra mia passione, lo sport, la ginnastica artistica. Ero un campione soprattutto negli anelli, lì non mi batteva nessuno". Ricorda con piacere Luigi Bennati gli anni intensi di sport, di gare, di competizioni vive e già dei primi problemi di uso di droghe tra gli sportivi, delle tante donne che li circondavano. Nello studio che possedeva a Milano molte le signore dell'epoca che avevano posato per lui, da attrici a donne d'alta società, da modelle a ragazze normali.
Niente astrazione – Girando lo sguardo tra le moltissime sculture e bozzetti conservati in un'ampia stanza, fa pensare il fatto che tutto sia reale, niente si avvicina all'astratto, tutto è riconoscibile. "La mia arte non si è modificata più di tanto negli anni. Non mi sono mai distaccato dal figurativo, l'astratto non mi ha mai attirato. Le mie opere devono essere sempre riconoscibili nel soggetto". Tra le figure note e meno note a cui l'artista ha dedicato un'opera spicca Mons. Pasquale Macchi. "Una grande persona a cui ero molto legato" racconta Bennati. Volto somigliante e sguardo intenso nell'opera dedicata al Monsignore. E' qui che si inserisce nel racconto la figura di Floriano Bodini, scultore che aveva fatto di Macchi il suo massimo committente e che Luigi ricorda come un grande lavoratore che incontrava nell'allora gruppo del Circolo degli Artisti di Varese di cui facevano parte entrambi. Le creazioni dei due scultori, come quelle di altri grandi del passato, ornano ancora oggi piazze e vie di grandi città, ma soprattutto si incontrano nel vigore della materia scultorea, al Cimitero Monumentale di Milano, galleria dei maestri dell'arte del '900. "Lì ci sono due mie opere accanto a Bodini, Manzù, Messina, Wildt…", ricorda con orgoglio Bennati.
'Luce' – Qualche aneddoto sugli artisti degli anni passati fuoriesce dai racconti dello scultore, se non altro perchè al mondo artistico è sempre stato legato sia dall'interno che dall'esterno come spettatore e commentatore. Dagli anni '70 per una decina d'anni Luigi Bennati era un giornalista di 'Luce'. Qui ha avuto modo di conoscere i suoi colleghi artisti, di scoprire la loro arte che stava crescendo.
Ultime realizzazioni – Il motivo dell'incontro con lo scultore, nasce dall'inaugurazione nei giorni scorsi di una delle sue ultime creazioni: una scultura, a grandezza reale, raffigurante il campione sportivo Alfonso Angelini. L'opera, commissionata dal Golf Club di Varese, è stata posizionata tra la nona e la decima buca del Golf di Luvinate. Alfonso Angelini era con Aldo Casera e Ugo Grappasonni, soprannominati appunto 'i tre Moschettieri', uno dei migliori professionisti del secondo dopoguerra e per molti anni rappresentanti di prestigio del golf italiano nel mondo. Il modello in gesso del busto di Angelini è conservato nello studio dell'artista, mentre l'opera definitiva in bronzo è alta 1,65 metri. "Lo sportivo è raffigurato nel momento in cui colpisce la pallina. Non è stato semplice perchè il golf è uno sport che non conoscevo benissimo, ma è stata un'occasione per avvicinarmi a questo".
Direttamente dalla fonderia – Lo sguardo dell'amico Bruno Cremona è sempre vivo nella testa eseguita in gesso e conservata amichevolmente nel laboratorio da Bennati, accanto a quella del fondatore dello storico Calzificio Carabelli, altro importante industriale di Solbiate Arno. Un'ulteriore omaggio alle personalità della zona è la targa, arrivata proprio durante la nostra visita all'artista, per la biblioteca di Castronno che viene dedicata a Luigi Orrigoni, scomparso lo scorso febbraio. Accanto al bassorilievo del volto dell'imprenditore vengono menzionati i suoi meriti di uomo non solo industriale, ma anche e soprattutto di cultura; da cui il desiderio e la richiesta del Comune di Castronno, fatta all'artista per quest'opera per intitolare la biblioteca proprio ad Orrigoni. La lastra in bronzo arriva direttamente dalla Fonderia Artistica Rimart di Senago alle porte di Milano, con cui Bennati collabora da tempo ed a cui ha affidato per la fusione anche l'opera del golfista Angelini.