Oltre la moda del momento – A due anni dalla morte di Jean Robert, detto Ipoustéguy dal cognome materno, presso gli spazi espositivi di Palazzo Leone da Perego, si inaugura la mostra retrospettiva curata da Flavio Arensi – direttore di Palazzo Leone da Perego – e da Pascal Odille, il più autorevole studioso dello scultore francese, in collaborazione con Alberto Buffetti. L'iniziativa, che apre la nuova edizione di SALe (Spazi d'arte a Legnano), intende superare le mode espositive del momento, sorrette molto spesso da logiche di mercato, per concentrarsi su un artista che, pur avendo risieduto diversi anni in Italia e pur essendo stato preso a modello da molti scultori italiani, non ha ricevuto la giusta considerazione da parte della critica. La mostra, dunque, oltre a conferirgli l'attenzione che si merita, continua il processo di sviluppo di una politica espositiva tesa a riqualificare gli spazi cittadini dedicati all'arte con eventi alternativi.
Un'occasione importante – L'esposizione costituisce un'occasione importante per conoscere le opere di questo artista: fatta eccezione per le personali allestite alla Biennale di Venezia del 1964 e, negli anni Settanta, nelle principali gallerie d'arte figurativa (Galatea di Torino, Forni di Bologna e Il Gabbiano di Roma) quella di Legnano può considerarsi la prima vera monografica pubblica di Ipoustéguy in Italia. L'occasione è da cogliere al volo per il carattere delle opere stesse: fonte di ispirazione in passato per scultori di fama come Perez, Bodini e Vangi, attirano per la sapienza dell'autore nell'unire la tradizione francese ai moderni stimoli culturali, per la convivenza di materiali diversi in una stessa opera, "ma soprattutto", sottolinea Arensi, "per la capacità dell'artista di affrontare temi, come l'Eros e la Morte, in una condizione di pura onestà umana. Un atteggiamento che gli permette di farci percepire a pieno la forza della passione amorosa e la fragilità dell'uomo di fronte alla morte, senza scivolare mai nella teatralità e nel romanzo che banalizzando le due tematiche, le renderebbero impersonali, lontane, poco reali insomma".
Un percorso di non sole sculture – Il progetto espositivo analizza un ampio periodo artistico, dal 1948 al 1997, attraverso sculture, disegni e dipinti in costante dialogo, che ricostruiscono cronologicamente e per temi i passi decisivi della carriera e della vita dello scultore, a partire dagli esordi in cui la materia, organizzata per masse e volumi geometrici, rivela l'originaria vicinanza di Ipousteguy alla progettualità disegnativa e architettonica del Bauhaus. In talune opere, specialmente in quelle scultoree, si riscontra un che di indefinito e romantico che ricorda Rodin, lo scultore scoperto in gioventù al Louvre grazie al professore Robert Lesbounit.
Arte e vita realisticamente vissute – E' quando si parla di amore e di morte, sia che vengano tradotti nella plastica sia che vengano interpretati in forma disegnativa o pittorica, che si sprigiona il vero talento e l'anima dell'artista. La cruda realtà di due mani che estraggono il corpo di un nascituro dal ventre di una donna mettono il fatto nudo e crudo davanti agli occhi dell'osservatore, e rivelano al contempo l'interesse dell'artista per l'inizio di una vita nuova che scaturisce dall'atto amoroso, dal concepimento. Come fortemente reale e privo di edulcorazioni appare il tema della morte in "Scena comica della vita moderna", scultura che accoglie il visitatore nell'atrio del Palazzo. Rappresenta un uomo, lo stesso Ipoustéguy, le cui carni deflagrano, disfacendosi, alla notizia della morte della figlia di soli dieci anni appresa al telefono che è fisicamente presente nella composizione a sottolineare la veridicità e la brutalità del fatto accaduto e purtroppo vissuto. La morte viene accolta anche nella serie di tele che raccontano la scomparsa di Papa Giovanni XXIII, dove la nuda verità, il sentimento vivo e personale, il tono clamoroso, ma mai teatrale e simbolico, raccontano del disfacimento progressivo del corpo, del suo inevitabile annichilimento. Una presa di posizione consapevole, quella di Ipoustéguy che non rinuncia a vedere e a vivere la vita positivamente, come traspare dalla scultura che raffigura un soldato ferito, poi risanato, e come non rinuncia alla rappresentazione della parte sessuale dell'atto amoroso, quale aspetto inevitabile dell'eros, creatore di uno spazio di coppia e di un'intimità connaturati all'essere uomo.
"Ipoustéguy, Eros + Thanatos"
Palazzo Leone da Perego
Via Gilardelli 10
Legnano (MI)
Inaugurazione: sabato 25 ottobre 2008 ore 17
Periodo: 25 ottobre 2008-I febbraio 2009
Orario: mar.-ven. 16.30-19.30
sab. 16-19.30
dom. e festivi 10-13; 15-19.30
chiuso il lunedì
Scuole e gruppi possono visitare la mostra anche la mattina, previa prenotazione al numero di tel.
0331 471335 Ingresso libero
Info: 0331 471335
www.legnano.org
sale.legnano.org