Il Battistero di San VittoreIl Battistero di San Vittore

Curiosità e fascinoSantina Novelli, giovane storica dell'arte, varesina solo di adozione, ha messo a segno una delle scoperte più sensazionali degli ultimi anni a Varese. Secondo le sue ipotesi, infatti, il Trecento varesino sarebbe segnato da personaggi illustri. Di tale coinvolgimento negli affari cittadini permangono tracce proprio negli affreschi del Battistero di San Giovanni, che tempo fa affascinarono e incuriosirono la ricercatrice, tanto da scegliere come argomento di tesi di specializzazione in storia dell'arte, il pittore della Tomba Fissiraga, autore di quei dipinti.

Pochi dati storici – La scelta del tema, accolto tra l'altro positivamente dal docente che la segue all'Università di Siena, Luciano Bellosi, ha dato luogo a difficoltà fin dall'inizio, dovute in primis alla mancanza di dati e di una bibliografia adeguati a ricostruire la storia e la storia dell'arte del Trecento a Varese.

Gli affreschi: un documento essenziale
– Proprio la mancanza di fonti tradizionali ha spinto la giovane studiosa a considerare gli affreschi come documento storico al pari di bolle papali, atti notarili e quant'altro ed in particolare il loro stile che avrebbe rappresentato un datazione intorno al 1350, imputando al pittore della Tomba Fissiraga un uso piuttosto attempato di questo stile, la Novelli proprio sulla base di confronti stilistici ne ha anticipato la data agli anni Dieci del Trecento, con grande vantaggio per l'evoluzione delle sue stesse ricerche e ridonando la giusta collocazione storica e valutazione artistica all'autore degli affreschi.

Un particolare dell'affresco studiatoUn particolare dell’affresco studiato

Lo stile – Tra i dipinti, è soprattutto quello che riporta la Madonna della Misericordia ad aver condotto la ricercatrice sulla buona strada. La sua modalità pittorica è indubbiamente avvicinabile allo stile fine-duecentesco di Giotto, ma se la critica sino ad ora ne ha fissato la datazione intorno al 1350, imputando al pittore della Tomba Fissiraga un uso piuttosto attempato di questo stile, la Novelli proprio sulla base di confronti stilistici ne ha anticipato la data agli anni Dieci del Trecento, con grande vantaggio per l'evoluzione delle sue stesse ricerche e ridonando la giusta collocazione storica e valutazione artistica all'autore degli affreschi.

 

Spunti iconografici – Quello che lo stile sembra accertare, viene confermato dall'interpretazione iconografica assolutamente inedita, motivo della scoperta fatta dalla ricercatrice: lo stemma (a bande scure su sfondo bianco) ed il cappello cardinalizio, raffigurati accanto alla figura della Madonna, finora ricondotti alla famiglia lodigiana dei Fissiraga, sarebbero infatti di Luca Fieschi, giovane cardinale genovese, amico di papa Bonifacio VIII, particolarmente in vista alla corte di Avignone.


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Due lettere papali completano il quadro – I documenti di archivio hanno fatto il resto, completando quanto ipotizzato attraverso le analisi storico-artistiche: la vera identità del committente degli affreschi è confermata da

Un altro particolareUn altro particolare

due lettere papali, conservate presso gli archivi vaticani, nelle quali si fa riferimento a  benefici ecclesiastici conferiti ad un canonico varesino che dovrebbe essere un familiare ("non necessariamente un consanguineo", sottolinea la Novelli) del cardinale Fieschi. Non solo: altri documenti confermerebbero la presenza del giovane cardinale in Lombardia proprio negli anni Dieci del Trecento, e la sua prestigiosa commissione per il Battistero di Varese sarebbe legata ad un'occasione particolare di cui, però, la studiosa per ora preferisce mantenere il riserbo, finché lo studio non verrà ultimato.


Verso una riscrittura del Trecento? – Ipotesi forti quelle presenti nel lavoro di tesi della ricercatrice che inevitabilmente gettano scompiglio nel panorama storiografico varesino degli ultimi cinquant'anni, specie tra gli addetti ai lavori che hanno sempre considerato il Trecento a Varese un periodo poco degno di nota, perché privo di figure di rilievo. L'auspicio è che tale scoperta non venga snobbata dagli esperti, ma che venga accolta come elemento di "disturbo" positivo che induce alla riflessione e a una ulteriore verifica dei dati che potrebbe concludersi con la scrittura di una nuova pagina di storia locale.