Tutti al Baroffio – Il primo nevischio di stagione non ha scoraggiato nessuno. Anzi, la sala del Museo Baroffio, adibita ad ospitare convegni e conferenze, era stracolma. Tutti presenti, dunque, all'illustrazione (attesa dal maggio scorso) del restauro della Madonna venerata nel Santuario di S.Maria del Monte. Il pomeriggio è stato la propizia occasione non solo per comprendere le ragioni e i criteri del restauro del simulacro ligneo, ma anche per conoscere alcuni capitoli della storia locale. "Ci pare importante in questa occasione – hanno sottolineato Monsignor Luigi Stucchi e don Angelo Corno – ribadire l'importante aspetto storico-artistico e la forte valenza religiosa di questo antichissimo manufatto". "La scultura – ha spiegato la Soprintendente Isabella Marelli – è profondamente legata a questi luoghi e rappresenta essa stessa una stratificazione di storia e di devozione. All'interno dell'opera, che si presenta cava, sono stati deposti bigliettini (purtroppo dispersi) di preghiere per i soldati al fronte della Seconda Guerra Mondiale".
Il ritorno sull'Altare – "Per qualche settimana, prima del "ritorno" della statua sull'Altare Maggiore – ha spiegato Laura Marazzi, conservatrice del Museo Baroffio – è possibile ammirare la scultura della Vergine col Bambino esposta nel presbiterio del Santuario". L'Incoronazione di questo simulacro, suggerita anche dai due angeli argentei nella grandiosa "teca barocca", avvenne solennemente nel 1739, quando era arcivescovo di Milano il cardinale Carlo Gaetano Stampa.
Sotto i raggi X – Della scelta di arrestarsi al livello cromatico settecentesco, abbiamo già ampiamente scritto in precedenti articoli. Aggiungiamo qui solo qualche riga riguardante le fasi dell'intervento conservativo, interamente sostenuto dalla Banca Popolare di Milano su iniziativa dell'Associazione Amici del Sacro Monte. Il restauro, avviato nel 2007, è stato preceduto dalla campagna diagnostica condotta da Teobaldo Pasquali (radiografie) della Panart di Firenze e Luigi Soroldoni (indagini chimico – fisiche). Se le radiografie hanno evidenziato soprattutto le anomalie strutturali e le gallerie scavate dai tarli, i prelievi stratigrafici hanno rivelato gli "ingredienti" adoperati per la preparazione del supporto e le tinte dell'incarnato della Madonna col Bambino (originariamente roseo, almeno fino al principio del XVII secolo).
della Madonna col Bambino
Puntuali confronti, per capire – Chi si occupa di Storia dell'Arte sa bene che uno dei metodi per comprendere un qualsiasi manufatto e proporne una datazione è, oltre allo spoglio documentario, il confronto stilistico. Il nostro simulacro ligneo è stato accostato, dagli esperti, a un gruppo significativo di sculture trecentesche di manifattura lombarda tra le quali si segnalano la Madonna col Bambino oggi esposta nella Pinacoteca Civica di Como, la statua conservata nella sagrestia della basilica di S. Martino di Treviglio (Bg), la scultura donata da Papa Paolo VI nel 1978 ai Musei Vaticani e la Madonna nella chiesa di Santa Maria Annunciata a Oggiona, presso Gallarate, proveniente dalla chiesa di S. Vittore. "In tal modo – ha commentato la Marelli – è stato ricostruito un "corpus" di sculture coeve. È molto interessante confrontare questa tipologia Trecentesca anche con esemplari successivi, in marmo, dove l'espressione e la posa della Vergine e del Bambino si fanno meno ieratiche".
Alcuni resoconti – La vetta varesina di questi tempi è davvero in fermento. Lo scorso anno, per i quattrocento anni del Sacro Monte, la cima del borgo ha ospitato la mostra "I manufatti medievali di Domenico e Lanfranco da Ligurno tra Santa Maria del Monte e Voltorre". Di recente, nel Santuario sono state restaurate due delle undici statue del gruppo ligneo di Andrea da Saronno. In particolare, il Re Mago Moro è stato esposto alla mostra "Maestri della Scultura in Legno nel Ducato degli Sforza" curata da Giovanni Romano e Claudio Salsi (Sale Viscontee del Castello Sforzesco, ottobre 2005 – gennaio 2006). Sempre nel Santuario è in corso il restauro della Cappella Martignoni con opere pittoriche di Stefano Maria Legnani e stucchi di Antonio Roncati. Due settimane fa, presenti tra gli altri il Prefetto dell'Ambrosiana Monsignor Franco Buzzi e l'architetto Carlo Capponi (Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Diocesi di Milano), è stato inaugurato il Rustico Pogliaghi. Questi e altri eventi ben appaiono, agli occhi dei varesini e non, incarnare un rinnovato impegno a valorizzare il patrimonio di interesse storico e a sostenere le attività culturali.