Come un fabbro – Figure slanciate, snelle, colte in un momento di riposo tra un esercizio e l'altro di danza, bambini catturati durante il gioco e la corsa, donne dormienti, sorridenti, pensierose, sono questi i soggetti principali delle sculture in ceramica o in bronzo dell'artista trevigiana. Sculture per le quali, spesso, Mirella Guasti utilizza un materiale inusuale, la criptonite che, grazie ad alcuni additivi, ritarda la presa del gesso, permettendo all'artista di creare figure lunghe e leggere. "Il mio lavoro, a volte, ricorda quello di un fabbro" sostiene Mirella, riferendosi alle lunghe ore che l'artista trascorre in fonderia per ricavare i tondini di ferro e le retine che sostengono, al loro interno, le sue sculture.
L'artista – Avvicinatasi alla creta e alla scultura per il desiderio di esprimere la propria manualità, l'artista nata a Milano, ma ora residente a Treviso, ha conosciuto l'arte della ceramica frequentando la scuola di nudo del pittore trevigiano Sergio Favotto.
In pochi anni le sue opere hanno girato fiere d'arte e mostre collettive, grazie anche all'impegno di Serri, titolare della Galleria Cinquantasei.
Opere pervase di serenità -Stupisce la dolcezza che segna il volto dell'artista mentre guarda le sue sculture; mentre parla delle sue ‘creature', talvolta le sfiora delicatamente, quasi fossero personaggi reali, sue figliole: ed infatti, proprio da sua figlia e dai suoi nipoti l'artista trae ispirazione per le sue opere, ricavandone espressioni serene e assorte. "Non mi interessa rendere l'anatomia dei corpi, quanto le espressioni dei volti", afferma l'artista; e, infatti, osservando le figure di Mirella Guasti, un senso di tranquillità, pacatezza e serenità pervade il salone della Galleria Yesterday e il suo pubblico che rimane felicemente colpito da una, tra le poche scultrici, che con il mezzo artistico, non intende esprimere un'angoscia esistenziale o un male di vivere, ma uno stato d'animo sereno e appagato.