Voltarsi indietro – Immagini raffinate e malinconiche, un bianco e nero che viene da lontano che porta con se il ricordo e l'eco di mille voci. Come un racconto sospeso, dove i protagonisti hanno lasciato il palco prima della chiusura del sipario. Un senso di non finito e di abbandono, di solitudine poetica. Gli scatti che si sono aggiudicati il primo premio del Concorso di fotografia italiana sono stati realizzati da Roberto Toja un'insegnante di Lettere di 38 anni, nato a Busto Arsizio e residente a Verbania. Toja, con una laurea in storia dell'arte in tasca, decide presto di dedicarsi alla fotografia, un hobby che affianca alla sua occupazione di insegnante e che gli da parecchie soddisfazioni. "Alla fotografia ‘seria' incomincio a dedicarmi intorno alla fine degli anni '90, come assistente presso alcuni studi fotografici tra Verbania e Novara" ci spiega Toja "da alcuni anni in proprio, collaboro principalmente con Comunità Montane, Enti turistici e con l'editoria locale".
Evocazioni – Vincitore a parimerito con Nicola Cioni e Roberto Marossi Toja ha presentato due scatti in bianco e nero realizzati di recente in una valle lombarda. "La mia ricerca fotografica è orientata in prevalenza verso soggetti particolari, capaci di svolgere racconti per immagini, delle ‘pantomime teatrali-fotografiche' di carattere in prevalenza intimistico, ‘crepuscolare', secondo un ‘canovaccio' legato ad una narrazione dell'abbandono, della perdita del ricordo" spiega meglio l'autore. Entrambe le immagini sono state scattate in Val D'Ossola presso alcune abitazioni rurali dimesse. All'interno di queste case Toja ha trovato degli oggetti abbandonati che sono diventati i protagonisti delle sue foto, tracce di chi in quei luoghi ha vissuto, come una giacca appesa al muro e lasciata nella dipartita. "Spesso le scene si svolgono all'interno di ambienti degradati, giocando con la casualità di oggetti o situazioni trovate, con luci naturali, con il ‘simbolo' che quel momento, che quell'immagine può racchiudere in se…e per se" ha specificato il fotografo.
Tra reale ed irreale – Una ricerca che gira intorno al concetto di memoria, una memoria ideale di un passato realmente esistito del quale non rimane che un ricordo. "Mi affascinano molto le valli lombarde abbandonate dai contadini negli anni '50 e negli anni '70 – continua il fotografo – lì trovo spesso ruderi abbandonati dove sono conservati pochi oggetti: sedie di paglia, tavoli, quadri o santini". Gli scatti di Toja ci parlano di una realtà distante e immobile, guardare le sue fotografie è come leggere la pagina di un libro, si possono immaginare i movimenti, i passi di chi ha vissuto in quei luoghi, risentirne gli odori. La fotografia diventa arte e crea una nuova illusione.
Premio Fotografia Italiana arte contemporanea
dal 15 dicembre 2008 al 14 gennaio 2009
FOTOGRAFIA ITALIANA
Corso Venezia 22 (20121)
In esposizione i lavori dei finalisti del premio
orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19, chiuso domenica e lunedì(possono variare, verificare sempre via telefono)
catalogo: in mostra, testo di Roberto Mutti
+39 02784100 (info), +39 0277809369 (fax)
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