La sesta marcia – Cortisonici nel segno dei giovani, di Attilio Azzola e soprattutto Umberto Lenzi, il papa di Monnezza, e quasi ispiratore di Quentin Tarantino, l'artigiano del cinema di genere a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settanta. Punta in alto, più del solito, la sesta rassegna di Cortisonici, la kermesse dedicata al cinema breve che si staglia di stagione in stagione sempre più nitidamente ed autorevolmente nel panorama culturale varesino. Cinque giorni di attività, dal 10 marzo fino al gran galà finale, la sera di sabato 14 con la proclamazione del vincitore del Concorso Internazionale 2009.
Consueta la formula – concorso, la zona infernale, l'omaggio alla cinematografia straniera, è di turno il Portogallo – che quest'anno in particolare irrobustisce la sezione Cortisonici Ragazzi, curata da Alessandro Leone, in vertiginosa crescita di interesse ed ampliamento. Cinque giorni spalmati, novità in corso, su quattro sedi: Cinema Nuovo, Filmstudio 90, l'ex Cinema Rivoli e la Cantina del Festival, lo spazio infernale ricavato sotto la sala di Filmstudio 90.
Spesso ritornano – Attilio Azzola, si diceva; vecchia conoscenza Cortisonica. Vinse il Premio Speciale della giuria, alla prima edizione, vi ritornò fuori concorso alla terza. Quest'anno ritorna in giuria, in compagnia della fotografa Laura Pacelli e del giornalista Cristiano Valli ma anche per presentare il suo lungometraggio "Diari", vincitore del Gran Prix Ecrans Juniors al Festival di Cannes. Piccoli talenti cortisonici crescono.
Sarà lui ad aprire ufficialmente il concorso martedì 10 alle 21, all'Ex Rivoli.
Proveniente direttamente dal Festival del cortometraggio di Evora del 2008, le pellicole che quest'anno danno corpo alla classica parentesi del "Focus on": l'obiettivo nello specifico è puntato sulla cinematografia breve del Portogallo.
Piccoli registi crescono – Nei giorni successivi, spazio ai Corti under e over 13. La sezione che più di altre misura la incandescente crescita dell'appeal della rassegna: "un vero e proprio effetto Cortisonici", sostengono gli organizzatori, a giudicare dall'ormai diffuso, abituale, naturale, utilizzo della digitale e degli audiovisivi nelle scuole anche nell'insegnamento di base, tanto da dover dividere l'ingente numero di video pervenuti, in due categorie: over tredici appunto e under 13; quest'ultima poi, in particolare sdoppiata in opere delle scuole primarie e quelli delle medie. Opere, per lo più spot, con precisi codici di comportamento da rimarcare, ma anche uno sguardo meno inibito davanti alla realtà.
Il papa di Monnezza – La serata di giovedì sarà anche quella in cui prende il via il Concorso vero e proprio: quindici, quest'anno, i corti in gara, selezionati sui circa 400 pervenuti, da tutto il mondo. Venerdì sempre a partire dalle 21, la seconda tornata, senza eslcusioni o ripescaggi sanremesi, e sabato sera, al Nuovo il gran finale.
Umberto Lenzi, infine, il padre di Monnezza, la mamma è ovviamente Tomas Milian; sarà la ciliegina sulla torta della sezione Inferno, quest'anno in versione Lounge: Due nottate per tiratardi mercoledì e giovedì dalla mezzanotte in poi, con ottanta minuti in loop di selezioni infernali, nella Cantina del festival. Venerdì, invece, dalle 23.30 il primo contatto con Lenzi, figura storica del cinema di genere italiano, autore di più di 60 film. Si comincia con la proiezione di un cult: "Milano odia: la polizia non può sparare", del 1974 e Kriminal del 1966. L'indomani, ultimo giorno, alle 18 il giovane e talentuoso regista Max Croci presenta il suo documentario, di genere, Italia 70 – il cinema a mano armata. A seguire l'incontro con Lenzi, condotto dal curatore della rassegna 'infernale' Mauro Gervasini.
Il programma