La valigia – Se si dovesse trovare un simbolo ideale per racchiudere in un solo oggetto l'arte di Giannetto Bravi si potrebbe pensare alla valigia. Metafora di un viaggio, di una nuova partenza e di un arrivo, mai definitivo. L'artista partenopeo ma milanese d'adozione e ora residente a Ceriano laghetto concentra su questo tema gran parte della sua produzione. Un lungo percorso quello di Giannetto Bravi, cresciuto con lui e mutato in base ai luoghi, ai modi e allo scopo da perseguire. A partire dal Vesuvio è cominciata una lunga attività, da quella terra vulcanica che sente sua, che lo caratterizza anche nei modi e nelle abitudini. 'Un perpetuo invito al viaggio' è il titolo della mostra di Giannetto Bravi in corso al Laboratorio delle Arti di Piacenza e anche (tradotto dall'originale francese 'Une perpétuelle invitation au voyage') il titolo del primo scritto sull'artista redatto da Pierre Restany in occasione della personale presso il Centro Apollinaire di Milano nel 1971.
Pro-vulcano, pro-memoria – Era il 1972 quando a fianco di Bravi c'era Pierre Restany sostenitore della bizzarra, ma altrettanto affascinante idea di conservare il ricordo della sua terra attraverso un progetto – chiamato per l'appunto 'Operazione Vesuvio' – di invaligiamento del cono vulcanico con l'obbiettivo di salvare, anche fisicamente, l'integrità di quel luogo naturale per preservarlo dalla crescente speculazione edilizia. Ciascuno dei partecipanti a questa iniziativa avrebbe prelevato una piccola porzione di lava vulcanica conservandola nel tempo con la finalità di ricostituirne, in un momento futuro, l'originaria unità: un esperimento che mirava ad una ideale conservazione della memoria collettiva di quel luogo e del significato che esso racchiude. Il Vesuvio eletto come simbolo delle tradizioni partenopee e del territorio campano.
Dalle cartoline di Napoli al museo ipotetico – Il legame instaurato con Restany – grande critico francese fondatore del Nouveau Realisme e sostenitore attento dei grandi artisti contemporanei del Novecento – e la volontà di rendergli omaggio a sei anni dalla morte, ha portato Giannetto Bravi a dedicargli la sua ultima mostra allestita a Piacenza. Una personale che parte dal 1967 e arriva fino ai lavori degli ultimi anni, quando l'attività del Bravi si è fatta ripetitiva nella tecnica, ma continuamente nuova nei soggetti. Al progetto del 1972 sono subentrate le prime cartoline – oggi materia prima del fare artistico del partenopeo. Ricordi di Napoli, dichiarazioni d'amore alla propria terra anche attraverso frammenti del suolo stesso. Un gioco continuo di materia e concetto. L'elaborazione mentale di Bravi si è trasformata nel tempo in opere più o meno concitate: dalle valige incatenate, dove oltre al viaggio si inserivano riflessioni sulla contemporaneità e sulla condizione stessa dell'uomo, realizzate alla fine degli anni Sessanta l'artista è arrivato alla 'Quadreria d'arte'.
Ultime soluzioni – Senza escludere del tutto la pittura che ha praticato fino dagli esordi realizzando opere geometriche tangenti alle soluzioni dell'arte optical; l'attività di Bravi è concentrata ormai da anni sulla catalogazione del patrimonio museale. Le riproduzioni di opere che troviamo comunemente nei bookshop, i gadget che fanno soffermare a lungo i turisti, diventano spunto per la creazione di nuove immagini. Per la conservazione e per la catalogazione di un patrimonio apparentemente infinito. Un lavoro che insegue la retta con direzione x, la linea del tempo che mai finisce. Al suo scorrere le opere aumentano, ma Bravi non teme il confronto e comincia beffardo a prendere in mano la situazione ricostruendo una Quadreria in vecchio stile, della quale lui è l'unico custode. 5000 opere catalogate finora. Un'operazione concettuale che si risolve in un lavoro semplice e ripetitivo. Il viaggio di Bravi sembra chiudersi, ma in realtà continua a riaprirsi ogni qualvolta entra in un museo e lì trova un'opera da catolgare, da fermare nel tempo, affiancandosi all'attività propria del luogo di conservazione, ma rendendogli una visibilità nuova.
Giannetto Bravi
"Un perpetuo invito al viaggio"
dal 21 marzo all'11 aprile
a cura di Roberto Borghi
LABORATORIO DELLE ARTI
Vicolo Barozzieri 7/a, Piacenza
tel.0523330057
info@laboratoriodellearti.it
www.laboratoriodellearti.it
orari: da martedì a sabato dalle 16 alle 19
Martedì 7 aprile verrà presentato il libro "Un perpetuo invito al viaggio – Giannetto Bravi 1967-2007" con testo di Roberto Borghi e prefazione di Lea Vergine, ed. Blu di Prussia, collana I Segni del Laboratorio delle Arti.