Un viaggio che parte da Brera – "Dopo cinquant'anni comprendi quello che è stato e ha significato il cammino degli anni precedenti, soprattutto nel campo dell'arte", racconta Vittore Frattini, soddisfatto per la mostra 'Segni di luce', allestita a Milano, nella sede della UBI Banca Popolare Commercio e Industria, in uno scenario davvero suggestivo, grazie all'invito di Antonio Bulgheroni. Un ritorno a Milano che fa tornare alla mente a Frattini alcuni momenti e ricordi lontani, a partire dal Liceo e dall'Accademia di Brera, a diretto contatto con un esempio di vita e di insegnamento come è stato per l'artista Aldo Carpi. "Ricordo il Giamaica, l'essere seduto ad un tavolo con personaggi che hanno fatto la storia, ma che erano semplici e umani come non si crede. Un'umiltà che oggi non esiste più. L'amicizia con Floriano Bodini e i giovani, anche se io a volte ero ancora più giovane, del Realismo Esistenziale, sempre con quelle espressioni arrabbiate". Il primo studio dell'artista trova luogo proprio in via Ciovasso, ma l'esordio artistico lo stesso Frattini lo colloca in un'altra città: Torino, dove risiede per il periodo del servizio militare.
Grandi passi – Milano, Torino, le città italiane e straniere affascinano e coinvolgono l'animo di Vittore Frattini che entra in contatto con le sperimentazioni e le realtà di un secolo in cui l'arte assume un sapore di internazionalità. Il Manifesto bianco di Lucio Fontana è uno dei volumi usurati conservati nella libreria dell'artista. Un'eredità artistica del padre Angelo, che emerge a grandi passi nei decenni successivi, mescolandosi con le correnti di pensiero contemporanee e la voglia di sperimentare e scoprire senza avere freni. I tagli di colore, le onde che, se da un parte ricordano la scia lasciata da una barca sull'acqua marina, dall'altra accolgono lo sguardo attento di Frattini rivolto al cielo. I Lumen rappresentano da tempo la firma dell'artista varesino, soggetto colto e apprezzato anche da Vanni Scheiwiller, quando nel 1985 pubblica 'Vittore Frattini Lumen', paragonando quei lavori alla scia lasciata da un jet. "Mi affascina moltissimo l'aeropittura – confessa Vittore Frattini – in cui ci sono stati molti esponenti poco valorizzati".
Uno sguardo capovolto – Il volo è un grande amore di Frattini: dai ricordi del Volo a Vela di Capolago, agli aerei che, abitando a Varese, non puoi non sentire sfrecciare sopra la testa, diventano direttamente o indirettamente protagonisti delle opere dell'artista. "Una grande soddisfazione, un grande onore", dice Frattini in merito alla Grande V, monumentale scultura posta all'aeroporto di Malpensa nel 2002. In mostra nel Cortile della Seta un bozzetto dell'anno precedente, dove non mancano le righe di colore, il tocco di giallo, di rosso e di bianco, accuratamente studiati da Frattini immedesimandosi in viaggi paralleli, non solamente sul piano fisico. Frattini è stato anche tra i nomi della mostra a Palazzo Reale curata da Philippe Daverio dedicata all'aeropittura, al mondo del volo in Italia nella prima metà del '900: un confronto con l'opera scultorea di Nino Franchina che ancora oggi emoziona Vittore Frattini. Un altro simbolo firmato da Frattini, in forma ridotta rispetto all'opera definitiva è il monumento a Giovanni Borghi; sfera tagliata, solcata dall'aria, elemento imprescindibile nelle sculture dell'artista.
Sulla linea del presente – Le sculture dell'ultimo anno sono colorate anche essendo materialmente senza colore. Il marchi di Frattini, le linee ondulate, i leggeri spiragli intagliati nella materia trovano ragione d'esistere nella pesantezza dell'acciaio, materiale sperimentato dall'artista. In realtà una corposità, un peso che si perde, non si rileva guardando le opere; un effetto dovuto anche alla perfetta sintonia tra le realizzazioni e l'ambiente. Antico luogo di scambio, caratterizzato da vegetazione, molto luminoso grazie alla copertura in vetro, il cortile della Seta, fa da scenario ma allo stesso tempo dona nuova luce e vita alle opere. Un'osservazione fatta dalla curatrice dell'esposizione, Angela Madesani, che ha voluto sottolineare proprio questo dialogo tra l'ambiente e le opere, dove è il paesaggio a dare colore a queste. Specchi, riflessi, giochi, segni di luce accompagnano lo spettatore che cammina attraverso Cartigli, Vele, Totem…"quando creo sento anche il bisogno di divertirmi – confessa l'artista – così nasce l'idea dello specchio mai lineare, sempre sfaccettato che permette diversi effetti. Così come l'acqua, elemento che accoglie lo spettatore e lo guida alla scoperta delle sculture stesse". Un invito che viene direttamente dalle opere vive, in movimento, in un dinamismo creato tra luce e aria, che portano al desiderio di scoperta e osservazione sempre differente.
'Vittore Frattini. Segni di luce'
23 aprile – 14 maggio 2009
da lunedì a venerdì 10.00-18.30
mostra a cura di Angela Madesani
Banca Popolare Commercio e Industria
Cortile della Seta
Via Moscova, 33
Milano
www.vittorefrattini.it