Clivio no! – L'ultimo consiglio dell'Amministrazione Comunale uscente di Induno Olona ha detto no alla proposta avanzata dal conservatore Gianluca Danini e dall'ex-direttore Andrea Tintori.
Di trasferire il Civico Museo Insubrico di Scienze Naturali alla Casa di Santa Maria Ausiliatrice di Clivio proprio non se ne parla. Intanto le associazioni legate alla realtà museale (astrofili dell'associazione M42, ornitologi del gruppo Insubrico, speleologi del gruppo prealpino di Arcisate) si sono traferite a Clivio senza aspettare decisioni politiche ancora di là da venire. L'autonomia dei gruppi associativi non vale però per il museo che, dipendendo dalla Amministrazione Comunale, non può prescindere dalla sua volontà. La situazione del Museo Insubrico dunque è ancora la stessa: le collezioni non sono fruibili e tali resteranno forse per altri tre o cinque anni. Ad appesantire la situazione ci sono poi le amministrative del 6 e 7 giugno: le liste candidate alle elezioni hanno rimandato il problema al periodo post elettorale.
Interrogativi irrisolti – Andrea Tintori ha gettato la spugna: ha dato le dimissioni dalla carica di direttore; Gianluca Danini invece no, permane nel suo ruolo di conservatore. Non intende mollare, ma si pone degli interrogativi: "Perché nel 2002 un'ala di Villa Pirelli fu ristrutturata con denaro pubblico (spesi 500 milioni di vecchie lire) per accogliere l'intero Museo di Scienze Naturali e dopo poco tempo, con il consenso degli allora rappresentanti di maggioranza ed opposizione, l'area fu demolita? Perché il Museo è in possesso di vetrine del valore di 90 milioni di lire (donate dalla Comunità montana della Valceresio) che ancora non possono vedere la luce? Perché l'Amministrazione uscente non ha avallato il progetto suo e dell'ex-direttore di trasferire il Museo a Clivio, mantenendo aperta la sezione espositiva a Induno Olona?". Quest'ultima soluzione sarebbe la più idonea sotto diversi punti di vista: il Monte Orsa e il Monte San Giorgio, da cui provengono molti dei pezzi del Museo, sono candidati al riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità Unesco, senza contare che Clivio, osservato con interesse anche dagli Svizzeri, si trova in una collocazione strategica, che diventerà ancora più accessibile non appena verrà terminato il tratto ferroviario Arcisate-Stabio.
Le possibili soluzioni – "Ma, al di là di questo", prosegue Danini, "la Casa di Santa Maria Ausiliatrice è una struttura a norma, ha già delle sale espositive pronte e sarebbe utilizzabile in comodato gratuito per 50 anni. Le collezioni, quindi, sarebbero immediatamente visibili, ovviando al problema della chiusura del Museo di Induno che, comunque, anche se venisse riaperto, non permetterebbe ai visitatori di vedere tutti i pezzi: la maggior parte si trova infatti in magazzino. Attendere tre o cinque anni, il tempo cioè di ristrutturare Villa Tiana, come propone l'attuale maggioranza consiliare è certamente troppo, altrettanto impensabile è seguire la linea della attuale opposizione che vorrebbe sistemare la villa, per poi venderla e costruire un nuovo edificio con il ricavato".
Eccessivo Campanilismo – "Così si stanno buttando via 33 anni di esperienza e di collezioni", chiosa il conservatore. Induno fa promesse, ma non avanza progetti definitivi. Esiste un progetto di fattibilità su Villa Tiana costato 70.000 Euro, ma niente più.
"Il fatto è", conclude il conservatore, "che si può, solo se si vuole, non è questione di denaro; i soldi si riescono a trovare. Ho bussato tante volte a tante porte per avere finanziamenti per le collezioni e poi esistono i bandi regionali ed europei. Qui è questione di eccessivo campanilismo da parte del Comune di Induno, ma è assurdo pensare al proprio orticello quando oggi si parla di rete e di globalizzazione. Alla fine chi ci rimette sono sempre cittadini e pubblico".