Certe mode modaiole – Diciamolo apertamente. A certo mondo della cultura proprio non vanno giù espressioni del tipo "eventi mediaticamente impattanti". Si preferisce, vivaddio, pensare che la cultura non sia una cosa da fare, ma un modo di essere, non sia un calendario più o meno congestionato da stilare ad ogni nostra orbita attorno al Sole, ma sia un'energia capace di trasformare un territorio nel corso del tempo. "L'Arte e i Giovani. Storia, progetti e prospettive future" è stato il titolo della tavola rotonda aperta al pubblico giovedì 28 maggio, presso l'ex cinema Rivoli. Attorno ai temi del contemporaneo, della cultura, ma anche delle riforme che investono su tutti i fronti la nostra scuola, i relatori convenuti (Sebastiano Grasso, responsabile dell'Arte de Il Corriere della Sera, Flaminio Gualdoni, critico e storico dell'Arte e il Prof. Paolo Baretti, Dirigente Scolastico del Liceo Artistico "A. Frattini") hanno intessuto le trame del dialogo con i giovani.
Come si costruisce una professione – "Mi sembra – ha sottolineato Flaminio Gualdoni – che convenga a tutti mettere da parte l'ansia da risultato e tornare alle buone pratiche di lavoro, al valore della professionalità e della competenza, alla fatica di piegare la schiena sui libri. I giovani devono imparare a cercare nuovi spazi per raggiungere il pubblico, con iniziative e progetti autonomi che, mi duole dirlo, da dieci anni a questa parte, fatico a scorgere all'orizzonte". Quindi coraggio, tenacia, studio e ancora studio. "Resta nel mondo della critica d'arte – ha sottolineato Sebastiano Grasso – un'eccessiva suggestione della parola. Si scrivono cose perché gli altri non capiscano. Molti pseudo-critici hanno costruito la loro fortuna su un'accozzaglia di parole in libertà. Un modo come un altro di svilire e di tradire la comunicazione dell'arte". Su questi punti, d'accordo anche Giancarlo Angeleri, direttore della Prealpina e Arturo Bortoluzzi, Direttore di "Varese Europea" che sono intervenuti nel corso del dibattito.
Generazione x – Già. Ma chi sono i giovani d'oggi? Dopo averli etichettati in tutti i modi possibili ed immaginabili ("generazione-mille-euro" e "bamboccioni" sono gli ultimi di un'infinita pletora), è amaro constatare che molti sono quelli che con sacrificio dedicano anni alla formazione, allo studio – spesso con esperienze all'estero – con tirocini di durata pressoché illimitata e mal retribuiti. Occorre investire e creare le opportunità per i valenti, senza autocelebrazione, senza enfasi.
"Assistiamo – ha proseguito Gualdoni – ad una sorta di cortocircuito per cui si permane nella condizione di giovani quasi ad libitum. Credo che uno sia giovane fin tanto che sia disposto a farsi chiamare giovane". "Se è vero – ha commentato il Prof. Ermanno Cristini – che un solido bagaglio culturale e una forte dose di caparbietà sono doti indispensabili, occorre anche che le Istituzioni, senza indugiare in politiche di assistenzialismo, siano in grado di creare opportunità, aprire spazi, sostenere le buone energie".
Cosa succede in città – "Il primo esempio di autonomia nella società – ha spiegato il Preside Paolo Baretti – è proprio il mondo della scuola che, nel nostro Paese registra punte di eccellenza sia nella didattica sia nel collegamento tra mondo della formazione e del lavoro. Anche il nostro Istituto, che quest'anno festeggia il quarantesimo della fondazione, guarda al futuro secondo la direzione del dialogo tra le discipline artistiche (al Frattini sono previsti, infatti, i nuovi indirizzi coreutico e musicale). Il progetto in cantiere è quello di formare un Polo Artistico dell'Alto Varesotto, rivolto alla vicina realtà comasca, al Piemonte orientale e al Canton Ticino. Il Polo potrebbe dialogare in maniera fertile e su più fronti anche con altre realtà del territorio come il Liceo Musicale". Chissà che, con il supporto e la buona volontà di tutti, un'autentica ventata di novità – e di qualità – giunga, con il suo soffio benefico, dalle nostre realtà scolastiche a tutta la Provincia.