La paura è evergreen – "Al lupo!" è in fondo un sempreverde. Cambiano i tempi, cambiano le condizioni esistenziali, ma la paura, che il proverbiale e favolistico urlo d'allarme sintetizza in due parole, non tramonta mai. L'uomo da che c'è il mondo ha dovuto e deve fare i conti con i propri timori, intimi o causati. Ebbene Milli Gandini, provocatrice di natura, ha lanciato questo grido ad un gruppo di artisti, per sollecitarne le coscienze e la creazione: ognuno si è interrogato sulla figura del lupo e sul significato che l'allarme dettato dal grido ha suscitato e suscita ancora oggi nell'uomo. Chi o cosa è il lupo? E' davvero tanto cattivo come lo si dipinge nella favola di Cappuccetto Rosso o nel proverbio di Pierino? Ognuno esprime la propria visione e alla fine la Gandini ottiene ciò che vuole ottenere: tentare di ricostruire un equilibrio tra il bene ed il male, tra il positivo ed il negativo lanciando una tematica, quella della paura di qualcosa o qualcuno, che da sempre attanaglia l'uomo, anche quello moderno.
Tanti punti di vista – C'è chi ironizza, chi individua l'origine delle paure collettive in personaggi famosi, chi fa i conti con le proprie paure, chi le esorcizza esternandole, chi usa il vetro, il disegno, il filo, chi la fotografia, chi la scultura, chi la pittura. Una mostra di ampio respiro e corale in cui ognuno ha qualcosa da affermare dal suo particolare punto di vista e allora si scopre che non c'è una sola paura, ma ce ne sono tante, e si scopre anche che c'è chi si pone a difesa del lupo, per una sua rivalutazione: in fondo basta spostare di poco il punto di vista da quello universalmente condiviso per capire che il lupo non è poi così cattivo: attacca l'uomo solo se attaccato.
Positivo e negativo – Il povero perseguitato lupo, infatti, essendo a rischio di estinzione è oggi una specie protetta. Il simpatico lupo nero con dentoni minacciosi di B. Munari (prova di lupo per Cappuccetto Verde), icona della collettiva, si contrappone all'opera Il Richiamo della foresta di C. Martinotti che si identifica nell'unico e piccolo lupo che sullo sfondo, in lontananza, guarda la luna tra lupi quasi umani. "Al lupo!" si risolve, poi, emblematicamente nella foto di una scala vuota del Tribunale di Milano scattata da O. Barbieri che riflette sulla paure irrisolte, sugli allarmi mai esauriti della giustizia italiana e non. Positiva la visione di Michelangelo jr. che restituisce in un disegno, Brigante 3, la bellezza del costante sguardo dei lupi presenti sui percorsi dei briganti in Sila, dove l'artista ha disegnato per circa tre mesi a contatto con questa specie animale.
Basta un attimo – Loredana Galante capisce che gli allarmi, le paure una volta esternate passano e possono essere cassate: propone allora una piccola cassaforte all'interno della quale inserire dei post-it sui quali scrivere – sta qui il processo di esternazione – i propri timori, allarmi, in due parole i propri "Al lupo!". Eliana Galvani presenta invece una trappola dolce, formata da fili morbidi, tipici delle sue opere, per tentare di fermare la zampata del lupo: un modo per studiare i suoi lupi interiori, per prendere il tempo del confronto e innescare una reciproca liberazione. Alberto Tognola che affida a immagini e parole il senso degli inutili allarmi umani: un lupo che testimonia in favore di un lupo umano e dice "tu ululi ancor meglio di noi". E così via in un tam tam di molti altri botta e risposta tra visioni positive e negative del tanto perseguitato lupo. Chi avrà ragione? Il lupo è buono o cattivo? Forse tutti o forse nessuno, importate è capire che basta spostare di poco il punto di vista, perché la prospettiva si ribalti, e quel che fino a un attimo prima era paura intima o causata alla fine si riveli un "tanto rumor per nulla".
"Al Lupo! Gridi d'allarme intimi e pandemici"
Spazio Anfossi
V.le Monte Nero 76 Milano
Fino al 26 giugno 2009
Orari: lu-ven 15-19 e su appuntamento
Info: Spazio Anfossi tel. 0259900711
milli@spazioanfossi.it; milligandini@fastwebnet.it
Ingresso libero