Sotto il pavimento – L'assetto attuale risale ai secoli XIX e XX. Sulla semplice facciata, scandita da monumentali sostegni, spicca il mosaico centrale con Sant'Antonio Abate. Parliamo della Parrocchiale di Ferno interessata, da inizio maggio, da lavori di adeguamento del sistema di riscaldamento e della pavimentazione. Dai lavori in corso sono state messe in luce, a circa 50 centimetri dall'attuale piano di calpestio, le antiche fondazioni della chiesa preesistente, già intitolata a Sant'Antonio. Le tracce della costruzione, di dimensioni minori rispetto all'attuale e con abside quadrata, sono state ritrovate da Cristiano Brandolini, archeologo di Arsago Seprio.
I rinvenimenti del restauro – Domenica 7 giugno sono state organizzate visite guidate agli scavi, in seguito ai quali è stata riscontrata l'esistenza di due cappelle laterali intitolate, secondo quanto ci tramandano i documenti, a San Francesco e alla Madonna. A ridosso dell'antica facciata, inoltre, sono state intercettate le fondamenta della cappella-battistero, risalente alla fine del Cinquecento e della cappella del Crocifisso di fine Seicento. Il professor Franco Bertolli, che già si era occupato del territorio e dei monumenti di Ferno ("I Giovedì della Biblioteca", incontri storico-artistici alla scoperta del patrimonio dell'Alto Milanese organizzati dalla Biblioteca Civica "Luigi Majno" di Gallarate, 2001), sta prestando il suo giudizio storico e la sua consulenza per i lavori di scavo. Tra i significativi rinvenimenti che interessano la chiesa di Sant'Antonio vanno inoltre menzionate le fondamenta di due piccoli avancorpi che costituivano l'atrio dell'edificio sacro e quelle di un portico che collegava la sacrestia con due altari minori.
Una storia plurisecolare – I reperti archeologici sin qui tornati alla luce documentano le fasi passate dell'antica Parrocchiale. Sin dalla fine del XIII secolo, nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, vengono citate due tra le chiese più importanti esistenti a Ferno, cioè quella di San Martino e quella di Santa Maria, mentre la chiesa di Sant'Antonio compare nella Notitia Cleri Mediolanensis de anno 1398 ed ancor prima, nel 1383, in un documento che attesta l'istituzione da parte di don Francesco Brusatori di un beneficio ecclesiastico perpetuo. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia di San Martino e Sant'Antonio è menzionata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Gallarate. Nel 1750, come ci documenta la visita pastorale dell'arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia di Sant'Antonio Abate di Ferno era costituito dal solo parroco; per il popolo, che assommava a 980 anime era istituita la scuola della dottrina cristiana; nella chiesa di Sant'Antonio era istituita la confraternita del Santissimo Rosario e della Santa Croce. Nel territorio della parrocchia era documentato anche l'oratorio di Santa Maria Assunta. Verso la fine del XVIII secolo la parrocchia di Sant'Antonio di Ferno possedeva fondi per ben 203.23 pertiche. Nel XIX e XX secolo, la parrocchia dei Santi Martino e Antonio Abate è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Gallarate, fino alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972.