Oltre lo steccato – Ad oggi si contano sulle dita della mano i siti di informazione che si occupano del Continente Nero. Su tutti, forse, spicca Jeuneafrique.com. Spesso poi, nemmeno ci si sa orientare sulla cartina geografica per trovare paesi come Lesotho, Botswana, Sao Tomé. E così ci siamo dimenticati di conflitti intestini che lacerano da decenni la terra africana e il massimo che siamo capaci di fare è snocciolare cifre dall'ANSA o da PeaceReporter: Somalia 7.400 morti dal 2006; R. D. Congo (Kivu) 6.000 morti dal 2004; Sudan (Darfur) 301.200 morti dal 2003; Ciad 2.000 morti dal 2005.
Qualcuno, invece, la faccia ce la mette sul serio. È il
caso di Marco Vacca, "romano de Roma", laureato in Filosofia e Storia e fotoreporter dal 1990. È presidente di Fotografia&Informazione un'associazione che punta alla diffusione della cultura fotogiornalistica in Italia e nel 1999 il suo lavoro sulla carestia in Sudan è stato premiato al World Press Photo. Un'interessante esposizione allo Spazio Forma di Milano espone gli scatti realizzati nel Sudan meridionale durante la guerra, tra il 2005 e il 2008, nella regione del Darfur e sul confine orientale del Ciad dove rifugiati e IDP (letteralmente "Internally Displaced people", praticamente persone costrette a fuggire di casa, senza attraversare il confine di un altro paese) erano stati dislocati in seguito agli attacchi e alle distruzioni dei villaggi da parte delle milizie Janjaweed. L'allora segretario Generale dell'Onu, Kofi Annan, a suo tempo descrisse la situazione come "l'inferno della terra", dove la guerra civile è una costante endemica.
Fotografia che non passa sotto silenzio – Le immagini di Marco Vacca raccontano di questo genocidio, di questa "regione del terrore", come è stato definito dal Comitato Internazionale della Croce Rossa. Il reportage racconta la vita dei rifugiati nei campi di Abushouk (nord Darfur), Kalma (sud), Kass (nord), Garsila (ovest), dove operava il consorzio S.O.S Darfur e nel campo di Djabal e a Goz Beida (Ciad orientale) dove la Ong Intersos e le agenzie ONU sono impegnate in progetti per sostenere le vittime di questo lungo conflitto. Da quando la tipologia delle guerre è cambiata negli ultimi decenni, infatti, con più conflitti interni che hanno sostituito le guerre tra gli stati, il numero di IDP è incrementato enormemente. Questo significa, in un certo senso, essere stranieri e fuggiaschi in casa propria. Così, ad oggi si stima che il numero degli IDP sia tra i 20-25 milioni in tutto il mondo, con una maggiore concentrazione proprio in Sudan, Angola, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Afghanistan, Sri Lanka, Bosnia-Herzegovina e stati dell'ex Unione Sovietica.
Rifugiati
Darfur, Ciad, Sud Sudan
Fotografie di Marco Vacca
Fino al 6 Settembre 2009
dalle 11.00 alle 21.00
Giovedì e Venerdì dalle 11 alle 23.00
Per info: http://www.formafoto.it/
02.5811.8067 – 02.8907.5419