Palazzo Penotti
Sotto le stelle è più bello – Pare davvero che il lavoro di Mimmo Paladino sia raccolto attorno ad alcune cifre tematiche ricorrenti: la maschera, il giardino, il tempo, i miti della terra e del sottosuolo. E queste cifre, declinate in complesse e misteriose varianti, sono tutte presenti nell'antologica "a cielo aperto" in scena ad Orta San Giulio fino al 9 novembre. L'iniziativa (salutata con favore da diversi critici) costituisce il terzo taglio del nastro del progetto ORTISSIMA percorsidorta, curato dall'associazione culturale Operaprima. Sculture monumentali e di più contenute dimensioni dialogano tra gli spazi aperti del borgo medievale e quelli museali del settecentesco Palazzo Penotti Ubertini (la preziosa dimora situata sulla salita della Motta, nel centro di Orta San Giulio). Rilievi in bronzo, ferro e terracotta affiorano come immagini autonome e si fanno scoprire sulle pendici e per le vie cittadine, inaugurando dialoghi felici con la natura e con la storia, con l'orizzonte terraqueo ed il cielo.
Come a casa – Le sculture di Mimmo Paladino trovano il
loro habitat naturale all'aria aperta. I rilievi ferrosi e le sculture vivificate dai pigmenti e depositate nell'acqua, come in un liquido amniotico (è il caso del monumentale Cavallo che ora galleggia davanti alla sede municipale di Orta San Giulio), sono sufficienti a richiamare insieme Arte Povera, mondo primordiale e simbolismo concettuale. Dal celebre "Hortus Conclusus" realizzato a Benevento (Chiostro di San Domenico), dalla memorabile "Montagna di Sale" allestita nel '95 in Piazza del Plebiscito, dalla personale presso Villa Pisani a Strà fino ad Ortissima, il passo è breve. Tornano il silenzio delle piazze, le maschere scolpite e dagli occhi cavi, le malinconiche figure di uomini solitari, quasi totem a protezione del centro antico di Orta. Richiami ai materiali minimi, alla scultura dorica e lucana, alle figure di divinità arcaiche compongono questo percorso di alta e rigorosa qualità.
Il teatro antico e la contemporaneità – Partendo dal monumentale "Elmo", sfiorando il "Disco per Beuys" con i suoi 500 centimetri di diametro e arrivando al cospetto della "Porta d'Oriente", il visitatore viene condotto per mano tra le figure plastiche di Paladino e sfumature artistiche a metà strada tra teatro classico e giardino da custodire. E proprio il tema dell'hortus conclus e le suggestioni della drammaturgia greca costituiscono temi familiari e ricorrenti nell'opera dello scultore. Diverse le sue frequentazioni con il palco teatrale, come avvenne nel 2004 per la celebre scenografia per l'Edipo a Colono. Né va dimenticato che nel 1990 Paladino venne chiamato dal regista Elio De Capitani per creare la scenografia dell'opera "La sposa di Messina", basata sulla tragedia di Friedrich Schiller e rappresentata a Gibellina, al festival Orestiadi. Dieci anni dopo, una sua opera venne utilizzata nell'allestimento di Edipo Re, diretto da Mario Martone, al Teatro Argentina di Roma. I classici come l'Iliade e l'Odissea, infine, sono stati illustrati da Paladino e pubblicati in due volumi dalla casa editrice Le Lettere di Firenze.
La sorpresa della semplicità – Quasi a corollario del percorso espositivo di Orta, tornano alla mente le parole del celebre autore: "Le dimensioni di un tavolino possono essere sufficienti a provocare tensioni e strategie degne del più vasto affresco". Davvero la scultura, così intricata alla terra, all'acqua, all'aria e al fuoco, è capace di attizzare la conoscenza che si nutre di parole felici e concetti semplici.
Mimmo Paladino. Sculture
A Orta San Giulio (NO)
Dal 18 luglio al 9 novembre 2009