Fine dei restauri – Dall'esterno non si direbbe mai che quella che oggi è una comune casa un tempo fu una piccola chiesa. Stiamo parlando dell'oratorio di San Bernardino a Caronno Pertusella. Sorto come edificio di culto, fu trasformato in abitazione nel 1902, per essere quindi acquisito dal Comune alla fine degli anni Novanta del Novecento con l'intento di preservare gli affreschi che custodisce all'interno. I loro colori e forme sono tornati a splendere a fine giugno di quest'anno dopo quattro anni di lavori che hanno interessato struttura architettonica e dipinti parietali.
L'abside affrescato – Risanati il pavimento e gli intonaci interni ed inserito un sistema eco-dry per contrastare l'umidità di risalita ad opera della ditta Ambra.co.re, l'intervento si è concentrato poi sulle pareti affrescate di quel che rimane dell'antico oratorio, l'abside, che quasi per un secolo fu utilizzato come stanza abitativa. In seguito alla rimozione dei sali e al fissaggio del colore, i restauratori della ditta "Luigi Parma" hanno portato
all'originaria bellezza affreschi di epoche differenti: lungo l'arco trionfale raffigurazioni simboliche, tra cui il sole di San Bernardino, San Carlo Borromeo che sale al Sacro Monte di Varallo e San Francesco d'Assisi che riceve le stigmate, dipinti all'inizio del Seicento lungo le pareti laterali, una Crocifissione su quella che era la parete di fondo dell'abside (oggi di ingresso) e, sul soffitto voltato, un cielo al tramonto, precedentemente occultato da un blu stellato, probabilmente risalente all'inizio del secolo scorso.
Quattro o cinquecentesco? – Sinora l'oratorio è stato considerato del 1500, anno in cui Giovanni Pietro Omati lo fece edificare per via testamentaria, tuttavia l'iconografia della Crocifissione appare palesemente quattrocentesca, come hanno sottolineato gli esperti: in primis Pietro Marani, che già nel 1990 come ex ispettore della Soprintendenza lo ascrisse a quell'epoca, quindi Isabella Marelli, attuale Soprintendente ai Beni artistici di Varese, che ritiene l'affresco non successivo al 1450. A meno che l'affresco non facesse parte di un edificio
precedente, di cui gli scavi archeologici condotti sull'edificio per altro non hanno dato riscontro, l'enigma rimane irrisolto. L'approfondimento degli studi di settore potranno dare qualche risposta forse in futuro.
Ripristino dell'intero edificio – Qualche dato in più perverrà forse quando il Comune, acquisita la restante porzione di abitazione, in cui si sviluppa l'antico oratorio che conserva ancora qualche labile traccia della propria natura nelle lesene che corrono sulla parete esterna che dà sulla strada e lungo quella che in origine era la facciata. La famiglia che vi risiede sembra aver trovato un'altra collocazione in paese: un primo passo dunque verso la ricostituzione della chiesetta di San Bernardino