Scolpire tra arte e artigianato – Un gruppo di scultori del legno sono stati ospiti della tradizionale fiera settembrina che anima ogni anno l'antico santuario di San Quirico a Brenta. Guardando le opere, ancora in corso di creazione e di rifinitura, la domanda sorge spontanea: hobbisti o artisti?
I risultati sono di tutto rispetto e appagano anche l'occhio più attento: forse si potrebbe parlare di arte popolare, ma non del tutto: perché grandi sono i temi trattati, dalla Vita alla Morte, alla Religione, all'Amore: di popolare, dunque, c'è forse solo la semplicità, e il modo certamente timido che hanno loro stessi di definirsi: "Artista? io no: al massimo lo si fa per passare il tempo, c'è chi fa la calza, io scolpisco".
Il tempo della scultura – Così risponde, infatti, Luigi Pogliani, unico scultore di Brenta presente alla manifestazione, apprezzato e ben conosciuto autore di statue votive mai banali, passato alla scultura nel tempo della pensione dopo una vita di lavoro in fabbrica.
E ancora più interessante si fa il dialogo, non appena gli si chiede di spiegare le sue opere: ogni volta l'uomo sa dare chiavi di lettura tutt'altro che semplici alle sue sculture, leggendo sempre il mondo attraverso uno sguardo in ricerca. Risposte che rivelano un pensiero pacato e profondo, che guida poi una capacità sintetica di tutto rispetto: anche nel figurativo, anche in figure facilmente leggibili, così come, in fondo, è lo sguardo di chi guarda alla vita – di cui ha già conosciuto una lunga parte – con semplicità e ottimismo.
Tradizione di passaggio – Nelle manifestazioni di questo genere, agli artisti viene consegnata una tavola che poi provvederanno a scolpire, progettando un'opera al momento e realizzandola nel più breve tempo possibile.
Un'arte che si accompagna all'artigianato, dunque, e che si evolve per andare alla scoperta di elementi del pensiero e della vita umana. Un "saper fare" che, come nel caso degli artisti piemontesi invitati, affonda le radici nella locale cultura della costruzione dei mobili – da tempo venuta meno con la meccanizzazione e l'industrializzazione dei processi costruttivi. Una creatività antica, sintomo di una qualità esecutiva e di maestria nell'intaglio e nella scultura, che ha lasciato spazio, purtroppo, ai tempi moderni.
Gli artisti ospitati a Brenta sono i custodi di una manualità in via d'estinzione che trova spazio – oggi – forse soltanto all'interno di queste, sempre belle, manifestazioni di paese.