Armando Fettolini "…e randagi" – Tre puntini di sospensione inducono a fermare il flusso delle parole, ci spingono a trattenere il fiato, a pensare, poi quelle parole "e randagi" alle quali la nostra mente associa immediatamente la figura del cane. Entrati nello Spazio Danseei di Fermo Stucchi non possiamo che riflettere, per capire cosa ci troviamo di fronte. Questa volta veniamo accolti da un branco di cani, alcuni rabbiosi, altri con lo sguardo mesto rivolto all'osservatore, alcuni in posizione fiera, alcuni alla ricerca del proprio padrone. Non sono veri, ma variamente raffigurati in diversi centimetri di tela da Armando Fettolini. L'artista presenta al pubblico i randagi, ognuna con una propria storia che, unita a quella degli altri, si trasforma in un unico set, in un unico ciclo.
I cani di Fettolini – Sono cani solo accennati, capaci di difendersi con i loro denti aguzzi dalle minacce, ma sono anche cani con le orecchie abbassate alla ricerca del loro padrone, sono cani fieri o semplicemente addormentati in casse di legno o cartone, ma anche se raffigurati in gruppo, sono come isole in mezzo ad un mare di solitudine, sottolineata dagli astratti fondi bianchi simili a lande desolate. Quel che trasmettono questi randagi sono infatti solitudine, abbandono, libertà, ma anche desiderio di ricerca di un legame. Ma cosa è successo? Perché si trovano in questa situazione? Hanno un padrone? E se ce l'hanno dov'è? Sono randagi per scelta o perché qualcuno li ha abbandonati?
L'uomo come il cane e viceversa – Lo scenario desolante che ci si prospetta davanti, una volta entrati nello spazio espositivo, funziona come uno specchio. "In quei cani" – dichiara Fettolini – "ci vedi l'uomo: libero per scelta, cioè senza catene, senza vincoli, ma con il fardello che la libertà comporta, ossia l'assenza di legami; ma ci vedi anche chi di legami ne vuole o ne voleva, e si ritrova suo malgrado abbandonato, ma sempre con il desiderio di ritrovare quel legame e quella fedeltà che lo univa al suo mondo, all'oggetto del suo affetto che per il cane è l'uomo e a volte anche per l'uomo e il cane". Osserviamo in una sorta di pièce teatrale la vita umana ridotta ai minimi termini, espressa cioè attraverso exempla, che l'autore mette in scena con il desiderio di far riflettere il suo pubblico.
Cos'è meglio? – Randagi o legati a qualcuno o qualcosa? Cos'è meglio per l'essere umano? Qual è la sua scelta? Ce lo chiede Armando con il quadro intitolato "E perciò libero", dove un cane ringhioso è raffigurato frapposto ad una rete, in cui non si capisce se si trovi al di qua o al di là di essa, se stia difendendo se stesso o il proprio padrone e quindi il legame che lo unisce ad esso, o se aneli alla piena libertà che si sprigiona poco oltre quel recinto. La vita dell'uomo oscilla in continuazione tra questi due poli: legami e/o libertà?
Argo: legame in fieri – La risposta, per Fettolini, sta nel cane in legno e cartone, lasciato appositamente incompleto, installato a terra, ai piedi della sequenza di quadri: in ogni sala ci trovi un suo pezzo, anche le sue feci, segno di quanto più quotidiano e naturale possa esistere. Questo cane non ha un nome qualunque: si chiama Argo, come quello che per venti lunghi anni attese il ritorno del suo padrone, Ulisse, ed una volta rincontratolo chiuse gli occhi e morì. Argo: simbolo per eccellenza della fedeltà, del legame, del rispetto per la libertà altrui. E' nel suo cane Argo che Armando crede, cioè in un legame forte a qualcuno o a qualcosa, in un legame che sta pian piano costruendo e crescendo, e cos'altro non è quest'Argo in fieri se non il legame che alla vita ci vincola? Sabina Zotti nel catalogo della mostra chiosa così la fine del suo pezzo: "[…] nel legame c'è la vera libertà che àncora alla vita".
In più – Stimolo alla riflessione, oltre al ciclo "…e randagi", è anche la collettiva "Percezioni" che inaugura sempre il 26 settembre nell'Albergo D120 di Olgiate Olona. Non potrebbe essere diversamente impostato l'ennesimo appuntamento di "Suono e Segno": l'insieme delle sculture visibili da sabato prossimo nella hall dell'albergo, alcune delle quali inedite, appartengono ad artisti della scuderia Stucchi che li ha scelti, perché provochino nel pubblico sensazioni e pensieri originali, percezioni personali che possano essere a loro volta stimolo per creazioni future degli artisti stessi.
"…e randagi"
Personale di Armando Fettolini
Spazio Danseei. Echidarte
Via Oriani 62
Olgiate Olona (VA)
Inaugurazione: sabato 26 settembre ore 18
Durata: 26 settembre-25 ottobre 2009
Orari: venerdì e sabato, ore 15-19, e su appuntamento
Ingresso libero
Info: Fermo Stucchi cell. 348 5510909; fermo.stucchi@gmail.com
"Percezioni"
Sculture
Albergo D120
Via Diaz 120
Olgiate Olona (VA)
Inaugurazione: sabato 26 settembre 2006 ore 19:45
Durata: 26 settembre-25 ottobre 2009
Orari: senza limitazioni
Ingresso libero
Info: 0331 635115