Incroci – Il linguaggio della fotografia e quello della pittura si incontrano nell'opera di Fabio Forti. Due passioni che l'artista filtra e accosta in una sorta di "osmosi" creativa in continua crescita. Due componenti indispensabili l'uno all'altro: "nella fotografia c'è una base di pittura e viceversa – spiega Forti-. Le immagini catturate negli scatti si possono trasmettere e materializzare sulla tela. Spesso i miei lavori partono proprio da questo principio".
Le tecniche – L'artista ha sperimentato con curiosità diverse tecniche ampliando così il suo universo creativo fatto di linguaggi surreali e visionari. Materia e colore si intrecciano e Forti le plasma dando vita così al suo modo di vedere e percepire la realtà.
Il primo approccio con i suoi lavori avviene con la materia, lo spessore: quadri che vogliono essere toccati.
"Sì, molte delle mie opere sono talmente cariche da invogliare a toccarle – spiega l'artista-. Negli ultimi quadri ho inserito anche nuovi materiali come il cellofan per creare volumi, pieghe e stropicciature".
Sotto gli avvolgenti strati di cellofan, le campiture fremono, vibrano, cercando l'attenzione dell'osservatore a cui guarda con fierezza attraverso spiragli di luce: finestre che si aprono tra il susseguirsi di forme e macchie.
Se, nella composizione la materia è fondamentale, anche il colore ha un ruolo determinate. "Sono soprattutto attratto dai contrasti. Mi ispirano e mi danno la forza di continuare quello che ho iniziato. E' questo il momento in cui, trasporto nel quadro le mie emozioni".
L'opera – Ricercatore e narratore di visioni e interpretazioni del proprio patrimonio interiore, anima le tele con messaggi visivi e misteriosi che sembrano accompagnati da voci lontane, sfumate da venti che attraversano gli spazi. In questo gioco di suoni atonici, tra forme informi e colori, compare la sincerità di una rappresentazione fatta di raffigurazioni sospese e inafferrabili: spazi e prospettive che vogliono e irrompere e invadere la tela….