Anita Mandelli, scultrice dalla sensibilità del tutto femminile, affezionata per indole al mezzo argilloso, è stata intervistata da ArteVarese.
Questa passione per le forme femminili quando nasce?
"L'amore per lo studio del corpo in tutte le sue forme è nato a scuola, al Liceo Artistico, con il professore di figura che aveva assolutamente la necessità di insegnarci la figura vera, le forme giuste. La femminilità è nata perché mi dà molte più possibilità della mascolinità. Il corpo femminile mi permette di seguirlo nelle sue movenze, nella trasformazione dell'età dalla giovinezza alla maturità. Mi permette anche di parlare della maternità e di portare a galla tante sensazioni come la dolcezza."
Le sue opere infatti, non hanno quasi mai soggetti maschili, eccezion fatta per i bambini, ai quali si ispira per "mantenere quella freschezza e quella capacità di rimanere a quel livello, lieve, in cui ci si lascia un po' andare."
Per quanto riguarda il tuo processo creativo?
"L'opera nasce nella mia testa, non ho bisogno di creare un disegno. Il lavoro parte direttamente nell'argilla, si crea nel momento in cui la compatto. Quando l'argilla ha cominciato ad assumere la forma, lì vedo la figura, come faceva Michelangelo con il pezzo di marmo. Arrivo ad un punto in cui la figura ce la vedo dentro, a quel punto la rielaboro."
Chi è stato maestro e ispiratore della tua arte dell'argilla?
"Il mio maestro e grande amico è stato ed è Sergio Tabbiaradic, al quale ho anche dedicato una delle mie sculture"Anita Mandelli si rivela anche un'artista duttile, capace di creare opere per occasioni ed eventi che appaiono distanti dalla sua sensibilità e dalla sua predilezione tematica. Verso il traguardo è l'opera raffigurante Fausto Coppi, che creò in occasione dei Mondiali di Ciclismo del 2008, ai quali partecipò insieme al Circolo degli Artisti.