Tutta la città chiamata in causa – Quasi potremmo sbilanciarci un poco nel dire che la serata per il decennale di "Varesefocus" è stata una versione in piccolo degli Stati Generali della Cultura, da tanto tempo invocati. Il dibattito, organizzato alle Ville Ponti dall'Unione industriali di Varese, ha messo sul tavolo tante, complesse e problematiche questioni cruciali in terra varesotta, riuscendo anche a fare il punto degli ultimi dieci anni: quelli che sono trascorsi da quando è nato "Varesefocus", il mensile dell'Univa. Tre sono state le voci invitate al tavolo dei relatori, moderato dal presidente Michele Graglia. Molti i temi trattati: dall'economia in tempi di crisi alle infrastrutture, dai servizi presenti sul territorio all'indotto generato dal turismo.
Il futuro prossimo del territorio – Crisi come momento di
opportunità. È questo, in sintesi il nocciolo dell'intervento di Enzo Rullani, docente di economia della conoscenza alla Venice International University. "Non è raro constatare che il tempo della crisi risulta spesso il momento più opportuno per avere buone ed innovative idee. Ma per stare nel nuovo trend è necessario fare rete, puntare su conoscenze e relazioni". Anna Gervasoni, direttrice del Centro ricerche sui trasporti e infrastrutture dell'Università Liuc, ha aggiornato il numeroso pubblico presente sugli ultimi dati riguardanti il movimento veicolare che intasa le arterie di collegamento della Provincia. "I prossimi – ha ribadito la Gervasoni – saranno mesi e anni decisivi per la realizzazione di infrastrutture attese da anni". A partire dalla Pedemontana, toccando Alptransit, fino ad arrivare a Malpensa.
Primo: Preservare – Con tali e tanti agganci da cui partire, ha preso le mosse l'intervento di Marco Magnifico, direttore del FAI: "Il buon Dio ha fatto il territorio di Varese in un giorno di buon umore: la bellezza di questo posto è notevole ed innegabile. Il FAI, inoltre, possiede in questa terra ben cinque beni storici, a testimonianza dell'alto valore artistico ed ambientale del territorio". Il concetto dell'integrazione, ossia del rispetto paesaggistico da parte della moderna imprenditoria, è il nocciolo duro dell'intervento di Magnifico: "La storia industriale di questa terra ha permesso la costruzione di mirabili edifici moderni come la birreria Poretti o il ponte ferroviario di Malnate. Ma anche, più di recente, brutture inaudite come la tangenziale di Gavirate che taglia il territorio o la pianura compresa tra Besozzo e Gemonio sfigurata da una pletora di capannoni. Un paesaggio rovinato da pessime e brutte infrastrutture resta macchiato per sempre". La gente, anche grazie al FAI reclama la salvezza delle bellezze del territorio. Ne è un chiaro esempio la selva di antenne sul Grand Hotel su cui mai deve tacere la protesta.
Arte e paesaggio – "Se è verò che la crisi è il momento buono per avere idee, – rincara Magnifico – è anche vero che dal dramma del paesaggio sfigurato, nasce la richiesta d'aiuto per la salvaguardia dei valori fondanti la nostra identità. La bellezza ci appartiene, non è un lusso ma un'esigenza. Non un sovrappiù, ma un diritto. L'immagine che all'estero hanno dell'Italia è quella di "Museum" per antonomasia. Siamo uno dei pochi paesi al mondo che ha tra i pilastri fondanti della propria Costituzione la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico (Art. 9) eppure sembra che gli enti locali non pongano in essere i meccanismi legislativi per un'autentica salvaguardia dell'arte e del territorio". L'aut-aut per Malpensa a questo punto si fa evidente: "terza pista o brughiera?. "Trovo davvero scandaloso che il Sacro Monte di Varese sia ancora a molti miei amici e conoscenti milanesi del tutto sconosciuto. C'è un deficit di conoscenza, di educazione e di comunicazione, oltreché una cattiva gestione territoriale".
Fare rete, farla subito – Opinione condivisa in toto da
Michele Graglia che ha indirizzato: "Un auspicio e una preghiera alle istituzioni perché fino ad ora poca è stata la sinergia messa in campo per preservare e promuovere il territorio". Proprio per il decennale del periodico "Varesefocus", l'Unione industriali ha organizzato una mostra itinerante e lanciato un concorso tra i lettori della rivista. E per Natale, Macchione Editore ha confezionato un libro-strenna con immagini fotografiche. Le sezioni fotografiche sono precedute da tre saggi curati da altrettanti giornalisti che vivono in provincia di Varese ma che lavorano fuori, ai quali è stata chiesta una valutazione di quanto è avvenuto nei dieci anni in maniera volutamente "distaccata". Fotografie di: A. Accardo, A. Bandirali, D. Belosio, V. Berg, A. Bortoluzzi, F. Canziani, D. Cionfrini, B. Colombo, D. Dalboni, S. Franco, C. Frigerio, A. Fusetti, F. Garbin, D. Ghiotto, L. Giovara, G. Lotti, M. Luoni, C. Meazza, F. Pontiggia, S. Salgado. Testi di: Enrico Castelli, Marco Dal Fior, Gianfranco Fabi.