"Essere artista non è una scelta, in realtà è una condanna" comincia in questo modo l'intervista a Pierre Lindner, poliedrico artista di origine tedesca, ma adottato da Besozzo da oltre 50 anni. Al suo attivo tante esposizioni, opere su carta, sculture, poesie e ricette gastronomiche: l'approccio curioso ed indagatorio verso il mondo ha arricchito il curriculum di Lindner di impensabili e interessanti "mondi paralleli". La 6 Tv propone questa settimana, nella puntata di info@cultura di domenica alle 20,45, un'interessante intervista monografica, che lunedì sarà visitabile anche sul nostro sito.
"Cosa significa essere condannato ad essere artista?"
"Non puoi fare a meno. Tutti vediamo le stesse cose nel mondo, ma non tutti hanno il coraggio di dire quello che vedono. Prima bisogna imparare a vedere, a sentire, ad ascoltare, poi si può esprimere"
"Legno, vetro, ceramica, incisioni, ferro: nella sua arte la sperimentazione sui materiali è stata e continua ad essere una costante. Come mai?"
"La mia arte è stata sempre ricerca. Nuovi materiali ti aprono nuove possibilità, nuovi linguaggi per esprimerti meglio, o almeno diversamente. La tridimensione, per esempio, è stato un dramma, una scoperta mentale. Io ho fatto centinaia di disegni prima del '69 in due dimensioni, perchè non riuscivo a pensare a tre dimensioni. Per me era impossibile, era tutto piatto. Ad un certo punto, invece, tutto è cambiato e, scoprendo la terza dimensione, sono passato alle incisioni."
"Ma non si è fermato qui, perchè dopo 20 anni di sperimentazione sulle incisioni in bianco e nero, è arrivata anche l'illuminazione del colore."
"La vera rivoluzione non è stato il colorare, ma partire mentalmente già pensando a colori. Io ho fatto metalmente delle mostre nel sonno, ho visto mentre dormivo dei quadri che non ho mai fatto. Insomma, la scoperta è cerebrale, e comporta molto stress. Però quando si riesci a raggiungere il nuovo obiettivo c'è una gioia e una felicità immense. Diciamo che vieni ripagato della fatica e dello stress."
"Il passaggio al colore, la svolta, ha cambiato diverse prospettive: su tutte quella dei soggetti delle opere di Lindner"
"Il colore inganna, perchè la violenza presente nelle mie incisioni, nelle opere a colori è mostrata col colore che diventa psicologicamente piacevole l'osservatore, ma è solo apparenza. In realtà è ancora più forte, più tremendo. Perfortuna non è tutto leggibile dall'opera quello che penso e che faccio…"
E questo è solo un assaggio…