Alla base di tutto – "Nella lettura simbolica dei numeri, il 3 rappresenta il principio maschile, il 2 quello femminile. Elevato alla seconda, il 3 genera il 9, la cifra dell'infinito". Regole semplici alla base della mostra personale di Gaia Clerici nel chiostro est dello storico Palazzo delle Stelline a Milano sede del Gruppo Credito Valtellinese. Una vera e propria galleria d'arte ricavata nel settecentesco Refettorio, tra spazi aperti e chiusi inaugurati nel 1987. Sono una quarantina le opere di Gaia Clerici in mostra fino al 24 gennaio 2010.
Nella morbidezza della lana – "La polarità tra due elementi, maschile e femminile, danno vita alle mie opere, pensate e animate in tale direzione", spiega Gaia. In occasione dell'inaugurazione in concomitanza con la settimana delle sfilate della moda uomo, l'artista ha proposto al pubblico una performance che ha visto protagonisti tre intellettuali ed artisti del calibro di Paolo Bianchi, Bruno Fornasari e Pietro Pirelli, i quali, prendendo dei semi da una testa femminile, li hanno seminati e distribuiti al pubblico. Il messaggio? La realtà che si genera e rigenera grazie all'energia creata dalle due polarità. I tra attori indossavano giacche firmate da Gaia, rigorosamente intessute nel feltro. Un momento che ha permesso al pubblico di conoscere un altro aspetto creativo dell'autrice varesina, conosciuta anche nel mondo della moda milanese: particolari e curiosi sono infatti i suoi abiti, vere e proprie sculture da indossare. Sono trascorsi quasi dieci anni da quando Gaia ha accostato queste due forti passioni, l'arte e la moda, trovando nel feltro un materiale comune con cui esprimersi e dare vita alle sue
fantasie. "Impasti di esperienze, sensazioni, fatiche e passioni. La loro sostanza d'origine è un derivato della natura animale che non ha più struttura perchè ha perso il proprio radicamento originale. Il lavoro delle mani, lo ri-forma in un nuovo senso compiuto, di ispirazione varia e forma costante che lascia aperti degli spazi di possibilità", spiega l'artista.
Dialoghi e conversazioni – La dualità marcata dall'artista è proposta nei suoi personaggi, umani e animali sparsi nel verde del chiostro. "… le bambolotte dialogano con gli orsacchiotti alati, cui spetta il compito di emblematizzare il polo maschile, (evidentemente un pò meno sacro del femminile), scrive Roberto Borghi curatore della mostra. "Nelle sculture di quaesta artista c'è anzi una sana curiosità sociologica, la capacità di passare fluidamente dal metafisico al quotidiano (e viceversa), una certa abilità nello scorgere le interconnessioni tra la cultura e il costume".
Dinamiche generative della natura – Il legame con la terra e i suoi elementi è un fattore determinante nelle realizzazioni di Gaia, partendo proprio dalla struttura delle sue opere: "Sono due tipologie diverse di metodo di lavoro – spiega l'artista – Alcune nascono direttamente dalla lana, scolpisco un blocco pieno e da questo creo la forma che desidero. Altre sculture invece sono rivestite di feltro, ma al loro interno sono piene di semi naturali".
Anche i colori che dominano le opere in mostra sono legati al dialogo tra le due sfere, il rosso e il bianco che, tra i vari significati, rappresentano anche la passione e la purezza in contrasto tra loro.
'Le Ciel de l'Enigme' 1976
Un altro ospite – Francese classe 1907, Maurice Henry è stato poeta, disegnatore, pittore scrittore e uomo di mondo. La Galleria Gruppo Credito Valtellinese gli dedica fino a marzo 2010 un'antologica nei suoi spazi espositivi: 'Maurice Henry. Une poétique de l'humour'. Un binomio riuscito per mano dell'artista che ha saputo unire il Surrealismo al disegno umoristico, leggendo così, con un sorriso, le difficlotà della vita. Il teorico del Surrealismo, Andrè Breton diceva di lui: "L'immagine surrealista, in tutta la sua freschezza originaria, continua a manifestarsi in Maurice Henry. Ogni volta che, in un mattino ancora insonnolito, mi porta la primizia d'uno dei suoi disegni fatti per il giornale sono contento e penso che con i bei modi, i suoi, abbiamo capito il mondo". Oltre trecento opere esposte che descrivono tutti i diversi campi in cui si è espresso l'artista, pittore, scenografo, regista, scultore, illustratore… Un personaggio importante nella scena artistica lombarda del secolo scorso, essendosi trasferito nel 1968 a Milano, per dedicarsi totalmente alla pittura fino al 1984, anno della sua scomparsa.
'Gaia Clerici. Tre alla seconda'
fino al 24.01.2010
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Palazzo delle Stelline, chiostro Est
Corso Magenta 59, Milano
Orario di apertura: da lunedì a domenica 08.00-19.00
INFO: 0248.008.015
www.gaiaclerici.net
'Maurice Henry
Une poetique de l'humour'
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
fino al 14 marzo 2010
da martedì a domenica h. 10.00 – 18.00
chiuso il lunedì
tel 0248.008.015
galleriearte@creval.it
www.creval.it