Ripensare l'identità di Varese e il suo sviluppo futuro –'Diploma 2009-2010. Trasformazioni architettoniche e urbane nella città di Varese, centro e periferia': a presentare il progetto nella sala dell'Ordine degli Architetti di Varese, sono stati Gabriele Cappellato e Andrea Ciotti. I due docenti dell'Accademia di Architettura di Mendrisio hanno esposto l'intero progetto, partendo dall'idea iniziale, soffermandosi sullo stato attuale dei lavori e giungendo ad una panoramica futura. A Gabriele Cappellato, laureato in Architettura all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia con dottorato, il compito di definire le linee guida per comprendere la motivazione che ha spinto l'Accademia elvetica a dedicarsi alla nostra città. "L'Accademia, nata nel 1996, ha per i primi anni adottato il consueto sistema di attribuzione degli argomenti di tesi e cioè quello per cui ogni studente proponeva l'argomento ad un docente a scelta. Dal 2005 le cose sono cambiate: si è scelto un tema comune, un'area di lavoro-base su cui far lavorare gli studenti dell'ultimo anno. Padova è stata la prima scelta, seguita da Venezia (2006), Olten (2007), la 'Città Ticino' (2008) e Losanna lo scorso anno. Quest'anno è stata scelta Varese e il prossimo anno si studierà Londra". Fa decisamente piacere sapere che la nostra città, molto più piccola rispetto ad altre presenti in lista, abbia attirato l'attenzione dei giovani architetti e dei loro docenti di fama internazionale. Si, perchè a condurre gli studenti in questo lavoro saranno 11 architetti provenienti da altrettante nazioni: Francisco e Manuel Aires Mateus (Lisbona), Michele Arnaboldi (Locarno), Martin Boesch (Zurigo), Esteban Bonell (Barcellona), Mario Botta (Lugano), docente ma anche Direttore del diploma, Marianne Burkhalter e Christian Sumi (Zurigo), Antonio Citterio (Milano), Marc-Henri Collomb (Losanna), Quintus Miller (Basilea), Valerio Olgiati (Coira) e Jonathan Sergison (Londra).
Gli Svizzeri e i Garibaldini – I primi contatti tra l'Accademia e la città sono avvenuti nel 2008; a settembre dello stesso anno è stato approvato il progetto dal Consiglio Direttivo dell'Accademia di Architettura – Università della Svizzera Italiana. Il Comune di Varese, fin da subito, si è reso disponibile alla collaborazione, mettendo a disposizione diverso materiale utile allo studio preliminare. "A differenza dei progetti dei diplomi precedenti, per Varese si è scelto di stendere un masterplan preventivo che potesse favorire l'analisi dei giovani studenti ma anche dei docenti, provenienti da diverse nazioni", spiega Andrea Ciotti. I "varesini garibaldini", così Mario Botta ha definito i protagonisti che hanno svolto questa prima fase di lavoro: Luigi Zanzi (storico), Riccardo Blumer (architetto), Andrea Ciotti (architetto), Paolo Perulli (sociologo), Matteo Vegetti (antropologo), Massimo Carmassi (Architetto), Carlo Bertelli (storico e critico d'arte). Questi studiosi hanno condotto lezioni specifiche sul territorio insubrico, dalla storia e nascita della città, all'analisi del tessuto urbano e degli eventuali interventi di restauro per numerosi edifici storici esistenti. Si è steto in tal modo un quadro generale di Varese, favorendo anche il suo inserimento nella realtà insubrica e non tralasciando le ataviche problematiche urbanistiche: vedi i collegamenti con Como e con la vicina Svizzera. E' stata svolta anche una campagna fotografica per documentare la realtà allo stato attuale; a questa hanno contribuito anche fotografi varesini, tra i quali Giorgio Lotti. "Fondamentale è stata la collaborazione di due collezionisti di cartoline d'epoca, Fausto Brianza e Maurizio Fratini, che hanno dato ai ragazzi la possilità di osservare i cambiamenti urbanistici avvenuti nel corso degli anni", ricorda Ciotti. Tutte queste ricerche svolte sono state raccolte in un libro che viene distribuito ai docenti del Diploma e agli studenti coinvolti.
A che punto siamo? – Il primo semestre di studi è terminato; gli studenti riprenderanno il 1 febbraio e a marzo ci saranno le "critiche intermedie": il momento in cui una commissione interna ed una esterna valuteranno i lavori. Dal punto di vista pratico del progetto, ad oggi è stato realizzato dai ragazzi del primo anno accademico il modello in scala dell'intera area insubrica, da Luino al Lago di Como, dal Lago di Lugano fin quasi a Gallarate. "Altra novità di quest'anno è il coinvolgimento degli studenti del primo anno – continua Ciotti – abbiamo dato loro alcune esercitazioni propedeutiche, semplici, utili per il lavoro dei diplomandi, partendo proprio dal modello concluso in questi giorni".
Da 30 a 7 – In prima battuta erano state selezionate una trentina di aree; dopo varie scremature se ne contavano 10 per arrivare oggi a sette: il Lago di Varese, le stazioni, ex-Aermacchi, Piazza Repubblica, Cimitero di Belforte, Palazzo Estense, Piazzale Staffora. Sono scomparse dall'elenco il Sacro Monte e Campo dei Fiori, la Valle Olona, lo Stadio e il Palazzetto dello sport, il Colle di Biumo con Ville Ponti, l'Ex calzaturificio Malerba. Ecco come e da chi saranno studiate: i fratelli Francisco e Manuel Aires Mateus si occupano dell'area del Lago, puntando a farlo diventare una risorsa per il territorio varesino. Il Comune in tal senso non ha posto alcun vincolo: "Vogliamo avere delle visioni differenti, anche in opposizioni alle nostre", afferma Ciotti in merito alle dichiarazioni giunte dall'amministrazione comunale. L'area delle stazioni e il noto progetto di unificazione che coinvolge anche il mercato rionale è affidata a Quintus Miller, architetto vincitore a Zurigo di un progetto simile. L'Ex-Aermacchi è competenza di tre architetti: Martin Boesch, Marianne Burkhalter e Christian Sumi e Antonio Citterio. L'intento è quello di riqualificare l'edificio e creare un complesso museale con auditorium rivolto all'arte del design. Piazza Repubblica è affidata in contemporanea a Mario Botta e Michele Arnaboldi: teatro, caserma, vivibilità della piazza, questi i punti cruciali. Esteban Bonell si occuperà di Piazzale Staffora pensando a nuove tipologie abitative e, accanto a Valerio Olgiati e Jonathan Sergison, della zona di Palazzo Estense. Qui l'idea è quella di creare spazi adatti ad ospitare una biblioteca e gli uffici comunali, magari riuscendo a accorparli in un'unica sede.
Coinvolgere la città – Tra gli obbiettivi del progetto vi è anche anche quello di rendere partecipi i varesini dello sviluppo della città, della situazione attuale e dei possibili cambiamenti futuri. I protagonisti del progetto incontreranno infatti il pubblico a Villa Panza, location in cui a dicembre verrà ospitata la mostra di tutti i 110 progetti redatti, con fotografie, modellini, tavole. Un ciclo di conferenze avrà inizio il 17 febbraio, per tutti i mercoledì di marzo ed aprile, chiudendosi il 28 aprile con la conferenza di Mario Botta. Verrà realizzato anche un catalogo, a corredo della mostra ma anche a testimonianza dell'intero lavoro svolto. A breve sarà accessibile anche il sito www.varese110elode.ch su cui verranno pubblicate le varie fasi di lavoro e tutte le informazioni relative al 'Diploma 2009-2010. Trasformazioni architettoniche e urbane nella città di Varese, centro e periferia'.
L'iniziativa ha il patrocinio di: Comune di Varese, Provincia di Varese, Regione Lombardia, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Varese; la collaborazione del FAI – Fondo per l'Ambiente Italiano e della Tinext, e il sostegno di ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili Varese, l'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Varese, l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Varese, Norlight e Teamwork
www.arc.usi.ch